Ammirava Saraphine e Joseph per come l'avevano cresciuta, senza mai illuderla con finte promesse, mettendola sempre di fronte alla realtà, per quanto dura potesse essere.
L'avevano resa una ragazza, ormai donna, forte ed indipendente, sincera e leale.
C'era chi la riteneva una stronza senza cuore, la sincerità è dura da digerire, quelli che parlavano cosi, non la conoscevano davvero; ne vedevano solo la facciata esterna senza impegnarsi a conoscerla di più.
Ma a Lyla non interessava, che la pensassero come volevano, le persone che importavano la conoscevano davvero e solo questo contava.
Ormai erano questioni passate e a cui non dava più peso, la vita tranquilla del borgo da cui non si allontanava mai, l'aveva ripulita da ogni cattiveria.
La figura rotonda ed argentea della luna piena in quel momento venne oscurata da pesanti nuvole che resero se possibile, la notte ancora più nera.
L'erba che prima brillava come ricoperta di polvere di diamanti ora era nera come giaietto, dando l'impressione che il prato si fosse trasformato in una distesa di denti demoniaci.
L'aria aveva assunto un odore diverso, messaggero di cambiamenti e di fatali avvenimenti che avrebbero irrimediabilmente cambiato le vite e le sorti delle persone che ne erano state testimoni.
Lyla era ignara dell'oscurità che aveva avvolto il lago.
I sogni di momenti felici trascorsi con taylor e brian l'avevano protetta fino a quel momento tenendola al sicuro, in un posto dove le cose brutte non succedevano, dove i genitori non morivano lasciandoti sola a vivere le difficoltà della vita, dove i mostri li potevi scacciare ributtandoli nell'armadio da cui erano usciti chiudendoli dentro con la chiave e buttandola via.
Il vento soffiava gelido insinuandosi tra le crepe nel legno antico che rivestiva le lastre del vetro delle porta-finestre che davano su un piccolo balcone.
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