domenica 2 ottobre 2011

Dead or Alive capitolo 1

eccomi qua a voi per presentarvi la mia nuova creatura.
una storia che parlerà di vampiri ma il cui tema principale sarà l'amore tra due ragazzi, megan hale. un rapporto difficile fin dagli inizi, perchè megan ha 22 anni ed hale 17. come affronteranno le avversità? non vi resta che seguire la storia e parlarne con me :)
p.s. la storia verrà per ora pubblicata la domenica per poi essere spostata definitivamente in un altro giorno prossimamente.



Le note di una canzone rock martellavano senza pietà i timpani di Megan, dio come voleva andarsene. La prossima volta che Jess avesse cercato di trascinarla a vedere spettacoli di gruppi rock sconosciuti, avrebbe detto la sua e si sarebbe fatta valere.

  • uhhhhhhhhh yeeeeeeeeeeeeeah!!!!-

nonostante il volume oltre i limiti di sopportazione umana e le altre decine di persone che si muovevano a tempo con le parole del cantante, lei si sentiva osservata, come sotto un riflettore. Invidiava, il modo in cui la sua migliore amica riusciva a lasciarsi andare e godersi lo spettacolo.

Non si definiva timida, anzi non lo era per niente. Il problema era che odiava essere al centro dell'attenzione. Non reggeva gli occhi degli sconosciuti che la indagavano dalla testa ai piedi, giudicandola per come era vestita. Appena ti mettevi un capo fuori moda, venivi guardata male. Della serie, evviva l'originalità.

Ma forse stava esagerando. Per la serata si era vestita con una normale t-shirt verde e un paio di jeans stretti. Il trucco era appena accennato sui tratti delicati del viso che più di una volta aveva tratto in inganno le persone con cui entrava in contatto.

Non c'era una volta che, andando dal medico o al supermercato a fare la spesa, le dessero l'età che realmente aveva. E ogni volta il sangue le affluiva alle guance in modo violento, non per timidezza o vergogna, ma per la rabbia che provava nel sentirsi trattare come una bambina. Come poteva essere fatto un errore simile con una ragazza di ventidue anni?

Eppure in un modo o nell'altro quindici o sedici anni se li sentiva attribuire sempre.

  • ed dai megan! Non fare la guasta feste! Sciogliti e balla un po' di sano rock n' roll.-

  • ehm....si. Magari dopo eh?- disse a Jess.

A volte era davvero teatrale. Erano una l'opposto dell'altra eppure i loro caratteri si completavano alla perfezione e dall'età di sei anni erano amiche per la pelle.

  • come vuoi. io cerco di avvicinarmi al palco. Voglio sentire sulla pelle il rimo della musica-

  • uhm, ok. Vado a prendere qualcosa da bere,.-

  • ok. ma non sai cosa ti perdi. Ciao sfigataaaa!-

detto questo si inoltrò a forza di spintoni tra la folla che stava sotto al palco. Non senza qualche imprecazione da quelli che si trovavano sulla sua strada. Quando si metteva in testa qualcosa quella ragazza aveva la forza di un carro armato.

Lasciata l'amica si allontanò dalla ressa per raggiungere la piccola capanna di paglia che era stata allestita per distribuire le bevande. Camminando continuò a guardarsi in torno per assicurarsi che nessuno la stesse fissando ma nonostante tutto più camminava, più si accorgeva che erano tutti impegnati a seguire il concerto e nessuno si voltava al suo passaggio indicandola come se fosse la pecora nera del momento.

Se avesse detto cosa le passava per la testa le avrebbero dato il premio come regina suprema dei paranoici folli.

La fila per la cassa era smisurata, davanti a lei in coda per acquistare una bibita fresca c'erano non meno di venti persone. Non c'era da sorprendersi che tanta gente fosse li a prendere qualcosa per rinfrescarsi. La temperatura, sebbene fossero le dieci di sera passate, doveva aggirarsi intorno ai trentacinque gradi e l'umidità era cosi elevata che un minimo movimento costava molta fatica.

Le gocce di sudore, dalla nuca le scendevano lungo la linea della spina dorsale facendole il solletico.

Quanto rimpiangeva di aver lasciato il condizionatore!

La fila procedeva a rilento. Evidentemente anche gli addetti al punto ristoro subivano l'umidità e il caldo.

Ogni volta che una delle persone in fila riusciva finalmente ad ottenere quello che aveva ordinato megan guardava con invidia i bicchieroni pieni fino all'orlo di coca-cola e ghiaccio, oppure una birra o una limonata sfilarle sotto al naso e innescandole un'invidia cieca.

Poteva quasi sentire il liquido fresco che le scendeva per la gola, irrigando la carta vetrata che rivestiva la sua bocca.

Quando fu quasi il suo turno una testa bionda due o tre persone più avanti di lei si girò.

E la prima cosa che pensò fu: wow.

Quella zazzera bionda apparteneva a un ragazzo veramente carino. Addirittura bello. I lineamenti del viso erano ben marcati e pronunciati ma nel complesso gli stavano bene. Gli occhi due turchesi grossi e brillanti. Il tipo di persona che megan avrebbe visto bene sul cartellone di una marca di biancheria intima molto nota.

Poi il ragazzo le sfilò accanto non degnandola nemmeno di uno sguardo.

Per quanto stupido potesse essere quel pensiero, megan si sentì delusa e anche un poco strana.

Avrebbe voluto che anche lui la guardasse.

Scosse la testa e si disse di tornare in sé. La verità era che si sarebbe sentita in tremendo imbarazzo se lui l'avesse fissata nello stesso modo in cui lei aveva guardato lui. Avrebbe anche potuto farle piacere essere guardata cosi, ma sarebbe ricaduta nelle vecchie paranoie pensando che l'unico motivo per cui l'aveva osservata era perchè in lei c'era qualcosa che non andava.

  • signorina?....signorina, che cosa vuole da bere?-

  • mmh...? oh! Mi scusi- che figuraccia! Era talmente immersa nelle chiacchiere paranoiche con se stessa, da non essersi accorta che la fila era andata avanti e che ora era il suo turno.

Dopo essersi scusata e aver ordinato due coca light, si guardò intorno per cercare nella massa di corpi sudati la sua amica.

Quando riusci a individuarla le fece un cenno con uno dei bicchieri pieni di liquido marrone e fresco. Ma lei le rispose indicandole a gesti di raggiungerla.

  • starà scherzando spero.- i bicchieri pieni fino all'orlo non sarebbero mai riusciti ad arrivare integri fino al posto dove jess aveva scelto di stabilirsi. Provò a lanciare alla sua amica altri segnali per chiederle di venire ad aiutarla ma quella era troppo impegnata a strusciarsi con qualche ragazzo appena conosciuto. C'erano volte in qui la invidiava per la sua spigliatezza ma altre in cui era felice di essere cosi com'era.

Uscita sconfitta in quella lotta di comunicazione non verbale si arrese e si incamminò per raggiungerla ai piedi del palco.

Ad ogni passo qualche goccia dolce sfuggiva al recipiente di plastica che costituiva il bicchiere cadendo sull'asfalto della pavimentazione stradale della piazza in cui si teneva il concerto.

  • maledizione jess queste poi me le ripaghi.- l'irritazione verso l'amica cresceva ad ogni passo. Ma era possibile che fosse sempre cosi superficiale? Non vedeva che era in difficoltà?

    Si sarebbe fatta sentire appena fosse riuscit...-

  • merda! Ma che diavolo?-

  • oddio mi scusi tanto.-

si era concentrata troppo sui bicchieri e si era dimenticata di guardarsi intorno per evitare la gente. Ed aveva finito per fare esattamente l'opposto. Tutto il contenuto dei due bicchieri si era riversato addosso ad una persona che aveva avuto la sfortuna di trovarsi sulla sua strada.

Quando levò lo sguardo per proferirsi in mille scuse, le parole le si bloccarono in gola in un tamponamento a catena. E l'unica cosa che ne uscì fu un mormorio strozzato e incomprensibile.

Due occhi di turchese la fissavano perplessi e incuriositi.

Il destino doveva avere un pessimo senso dell'umorismo. Tra tutte le persone presenti al concerto, si era scontrata con l'unica persona che avrebbe voluto evitare.

  • oddio ti prego, scusami tanto. Quella disgraziata della mia migliore amica si rifiuta di aiutarmi.- e cosi dicendo indicò con un pollice la ragazza scatenata vicino al palco.

  • oh...- il ragazzo sembrava senza parole tanto quanto lei.

  • Ti prego scusami ancora, sono davvero un disastro.- disse in tono contrito megan. Che ora cominciava anche a sentirsi davvero in imbarazzo. Le guance già rosse per il caldo soffocante divennero ancora più rosse.

  • Ehm....è tutto ok.- disse lui a disagio. Ma dopo poco le sue labbra presero la forma di un timido sorriso.

Megan appoggiò a tera i bicchieri con quello che rimaneva del loro contenuto e prese a frugare freneticamente nella borsa che portava sulla spalla destra in cerca di qualche fazzolettino di carta da offrire al ragazzo la cui maglietta blu grondava coca.

  • sul serio. - ripetè lui a voce un poco più alta per farsi sentire al di sopra della musica. Probabilmente aveva pensato che lei non lo avesse sentito con tutto quel frastuono.

  • Comunque piacere, io sono Hale.- si presentò lui allungando la mano per presentarsi.-

megan cercò di asciugarsi il palmo bagnato di sudore e di coca come sui jeans copiò il gesto del ragazzo.

  • ehm...io Megan, piacere.-

per un attimo nessuno dei due seppe più cosa dire e l'imbarazzo crebbe come una cortina di fumo riempiendo lo spazzo fra di loro.

  • quindi ti piace la musica rock eh?- Hale fu il primo a tentare di iniziare una conversazione.

Megan lo ringraziò mentalmente perchè si sentiva ancora troppo in imbarazzo per l'incidente di poco prima.

  • si, mi piace.- gli disse riuscendo finalmente a sorridergli timidamente.

  • Ma la vera fanatica è la mia amica jess, la vedi quella pazza scatenata in jeans neri e canotta rosso fuoco?- disse indicandola con un gesto della testa.

  • Ahahah si la vedo. Deve essere simpatica.-

  • si lo è. Dove c'è un cantante o un gruppo rock c'è anche lei.-

ora che il ghiaccio era stato rotto era felice di essergli finita addosso.

Magari non aveva solo un bel viso. Forse era anche un ragazzo simpatico.

-quindi....- hale era in evidente difficoltà cosi megan fece il primo passo.

  • sei di durmasty anche tu?-

hale sembrò quasi sollevato che fosse stata lei la prima a intavolare un discorso.

  • no vengo da new saint.- un sorriso gli increspò le labbra.

Newsaint era un paesino non molto più grande di durmasty, che contava a malapena settemila persone. A circa una ventina di chilometri verso nord.

  • ouch. Rivali.-

la storia della rivalità tra durmasty e new saint era leggenda tra gli abitanti dei due paesi. Nessuno sapeva bene perchè, ma alcuni ipotizzavano che fosse a causa centenaria discussione su quale delle due fosse sorta per prima diventando di fatto la cittadina a cui fare riferimento.

Hale scoppiò in una risata sincera.

  • si la leggenda così vuole, ma a me non è mai importato molto di questo tipo cose.-

interessante. Erano pochi quelli che affermavano di non schierarsi da nessuna delle due parti.

  • finalmente qualcuno che la pensa come me.- distolse lo sguardo dallo spettacolo di luci che arricchiva la performance e lo guardò negli occhi per l'ennesima volta in pochi minuti. Se non la smetteva richiava di essere beccata e non voleva che succedesse. Avrebbe fatto una pessima figura.

  • Ah si?- chiese lui stupito

  • ebbene si- gli rispose – finalmente qualcuno che la pensa come me.- la prese in giro lui.

E insieme risero in modo complice.

  • Che mi dici di te megan?-

  • ehm....non saprei. Sono abbastanza solitaria. A parte jess non ho molti altri amici. Sono un tipo abbastanza solitario. Ma a me va bene cosi, direi che fa parte del mio carattere. - lui la stava guardando con interesse mentre gli raccontava quelle cose e non sembrava esserne deluso. Cosa che a megan fece molto piacere.

  • E tu hale?-

cosi lui le raccontò di essere un ragazzo che amava stare all'aria aperta, che leggeva romazi fantasy e che anche lui non era un festaiolo.

Ad ogni nuova informazione che riceveva quel ragazzo le piaceva sempre di più.

Per un paio di canzoni nessuno dei due disse più niente poi hale le fece una domanda che l'avrebbe messa in difficoltà.

  • che scuola fai?- sei al liceo vero?- io sono all'ultimo anno. Vado al liceo pubblico a new saint. megan impitrì all'istante come se quanlcuno le avesse buttato addosso cemento a presa rapida. Avevano cinque anni di differenza. Qualsiasi pensiero avesse fatto su quel ragazzo, doveva fermarlo immadiatamente. Era un ragazzino! Un minorenne! Stava per dirgli che lei frequentava già l'università e stava per diplomarsi quando una persona arrivò ad interroperli.

  • Hale! Quelle cannucce che fine hanno fatto? Paul stava per chiamare la polizia e denunciare la tua scomparsa, cosi sono venuta a cercarti. Quel ragazzo è troppo ansioso per i miei gusti.-

una ragazza bionda quanto come hale si avvicinò a grandi passi nella loro direzione facendo sfolazzare una gonna di conone nero a spicchi. La maglietta con un grande scollo rotondo che portava era dello stesso colore. Sembrava non sentirsi propriamente a suo agio in quei vestiti, forse, pensò malignamente megan, si era vestita cosi appositamente per l'occasione. Forse i concerti rock non erano il suo ambiente naturale.

  • oh ma guarda un po', ti lascio andare a prendere delle cannucce e ti ritrovo a fare il filo ad un'altra.- dalla voce non sembrava stesse scherzando, anzi sembrava parecchio scocciata.

  • Iris non fare l'acida.- la ammonì hale.

  • Sto solo facendo amicizia. Smettila di fare la stronza.-

la ragazza colta alla sprovvista incassò il colpo e si mise a battere la punta della scarpa nera sull'asfalto, incrociando le braccia con aria minacciosa.

Hale poi tornò a rivolgersi a megan.

  • megan, questa è Iris, la mia ragazza. Quando non si comporta da stronza è più socievole, te lo assicuro.

Megan tese la mano. Ma iris sembrò non notarla nemmeno.

  • come ti pare. Sbrigati a tornare o paul chimerà la swat.-

  • detto questo girò sui tacchi alti dieci centimetri e si allontano a grandi passi.

  • Incredibile. Mi scuso da parte sua. Non capsico che le prenda oggi. Aspetta che torni dagli altri. Questa volta non la passerà liscia te lo giuro.

Megan però non lo stava più ascoltando. In fondo in fondo, aveva sperato che fosse single, ma chi voleva prendere in giro, ragazzi come quello non rimanevano soli a lungo. Si posò una mano all'atezza dello stomaco. Si sentiva come se qualcuno le avesse appena tirato un calcio. Hale aveva una relazione con quella pazza acida? E soprattutto, aveva diciassette anni. E questo non era un problema enorme.