lunedì 11 aprile 2011

Silver Moonlight 9°capitolo

L'alta figura di un uomo riempiva l'intero spazio della porta-finestra aperta, che da li non sembrava essere stata rotta, in seguito lyla si sarebbe data della stupida, invece di essere terrorizzata dal fatto di avere uno sconosciuto in camera nel mezzo della notte, si era preoccupata di notare che la finestra non fosse stata forzata o manomessa.

Si sarebbe potuto imputare allo shock, ma non ne era sicura. La mente nei momenti di pericolo esce dai normali schemi di ragionamento.

  • chi sei? Che cosa vuoi?-


lo sconosciuto la guardava con occhi di un grigio glaciale, standosene li immobile ed impassibile.

Fece un passo avanti.

  • ora urlo, i miei zii sono a pochi metri da qua. Non ho niente di valore da darti, prenditi pure il mio portatile, non ho altro te giuro. -

la voce le usci dalla gola secca in modo più sicuro di quanto si sarebbe potuta immaginare in quel momento.

Calò di nuovo il silenzio. L'atmosfera rendeva se possibile ancora più gelida l'aria che entrava dalla porta-finestra aperta.

La brezza furiosa entrando prepotentemente nella camera portava con se anche soffici fiocchi di cotone creando una strana scena particolare.

In un'altra situazione avrebbe goduto dello spettacolo

Un lieve ticchettio tuttavia rompeva l'atmosfera pesante di quel momento.

Automaticamente lei abbassò lo sguardo verso il punto di origine.

Gocce di inchiostro nero sembravano stillare direttamente dalle punte delle dita.

L'immagine della povera vittima di un film horror tornò prepotentemente a farsi strada ai suoi occhi.

Mosse un altro passo verso di lei, poi un altro ancora.

La distanza tra loro due si era accorciata notevolmente e ormai era di poco più di un metro.

Ora che le stava più vicino lo poteva guardare meglio. L'oscurità della stanza e la scomparsa della luna le avevano impedito fino a quel m momento di vedere i dettagli del viso.

Ciò che vide la lasciò impietrita, la paura la inchiodava al pavimento di legno di ciliegio freddo come una lastra di marmo.

Quell'uomo, era la cosa più bella e spaventosa che avesse mai visto.

Portava i capelli castano-rosso lunghi fino alla mascella, con la scriminatura al centro, formando cosi una bellissima frangia che gli ricadeva sulle tempie fino agli occhi grigio ghiaccio, incorniciandogli il viso.

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