La vista che si aveva dal terrazzo era spettacolare, lyla aveva litigato ferocemente con sua zia per avere quella stanza, erano rimaste entrambe colpite dalla foresta che incombeva titanica su quel lato della casa; le cime appuntite degli alberi davano l'impressione di curvarsi verso il basso, come se il gravoso compito di sorreggere il cielo li avesse ingobbiti.
L'effetto finale era quello di trovarsi in un teatro plasmato dalla natura dove lei più volte si era sentita come una spettatrice che dal suo palchetto privato assistesse alle meraviglie che le stagioni le offrivano di vedere.
Ma in quel momento lo spettacolo offerto era degno della più inquietante e spaventosa opera teatrale.
Ora che tutto era buio e la luna si era nascosta coperta dalle nubi; sul piccolo giardino era calato il sipario, i fari puntati sulla scena ricoperta di ghiaccio e neve avevano trovato altri spettacoli da illuminare lasciando una calma fredda sul piccolo anfiteatro.
Sulla terra resa dura dal ghiaccio delle notti canadesi di novembre l'immobilità più assoluta prese a regnare al di sopra di ogni cosa. Un potere oscuro e potente strisciava e si allargava come una macchia di petrolio in mezzo al mare, vischiosa e soffocante, un sentore di morte e vita.
I segni della presenza dei piccoli animaletti che abitavano normalmente il sottobosco, sembravano non essere mai esistiti , gli scoiattoli e i tassi fermi immobili nei loro corpicini pelosi erano troppo spaventati per scappare o forse era il potere stesso a tenerli inchiodati alla terra.
Una figura alta e nera entrò nel piccolo spazio erboso congelato, i sottili fili d'erba scricchiolavano e si spezzavano sotto ai pesanti stivali di pelle nera dello sconosciuto, rimanendo spezzati come soldati caduti in battaglia.
La neve in quel momento riprese a scendere come se il cielo stesse piangendo, come se avesse paura di quello che vedeva accadere sotto i suoi occhi.
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