mercoledì 16 marzo 2011

Infatuation - Eireen


Infatuation
Cap.2 pt.3

Che schifo di scuse. Mi vennero le lacrime agli occhi per la rabbia. Aveva ragione la nonna, io ero venuta in California per tenerle compagnia, lasciando a casa i miei affetti, e lei non c’era mai. Strappai il biglietto e andai in bagno a darmi una pultia. Vedendo il mio riflesso nello specchio dietro la porta notai che non ero più pallida come quando ero arrivata una settimana prima, anzi la mia pelle era diventata di un colore ambrato. “Bhè ovvio scema che non sei altro”mi dissi “siamo in california”. Erano già le tre quando finalmente riuscii a infilarmi a letto ed ero veramente parecchio stanca, i piedi mi pulsavano per essere rimasta in piedi per tutta la sera, la testa mi pulsava e sentivo le palpebre estremamente pesanti e pian piano il ritmo del mio respiro mi guidò verso il mondo dei sogni.
Sognai grandi praterie con foreste ai suoi limiti. All’inizio ero distesa su una coperta e osservavo il cielo stellato sopra di memi senivo così rilassata e in pace con me stessa.
Una mano pallida entrò nel mio campo visivo, io l’afferrai e ridendo e ridendo alzai il volto per fissare gli occhi in quelli del ragazzo. La mano apparteneva al ragazzo del bar quello che aveva riso di me. Ma come mai non ero sorpresa? Come potevo starmene lì serena a fare gli occhioni dolci a quel tizio maleducato? Il ragazzo mi sorrise e mi passò la mano intorno alla vita stringendomi vicino a se e cominciammo a ballare fra l’erba che frusciava al nostro passaggio. Io ridevo felice di essere lì, felice di essere con lui. Lui mi guardò negli occhi e si abbassò su di me col chiaro intento di baciarmi…DIN-DIN DIN-DIN DIN-DIN.
Mi vegliai di soprassalto con un mezzo grido.
Erano le nove e mezzo.
Avevo dormito sei ore ma mi sembrava che fossero passati solo cinque minuti e il mal di testa non mi era neanche passato. Spensi la sveglia e mi ributtai sul letto coprendomi gli occhi con un braccio. Ma che razza di sogno stavo facendo? Perché il cavaliere del mio sogno era quel ragazzo e non Gas? Sentivo uno strano peso al petto, e che si trattava dei sensi di colpa. M in fondo non avevo certo potere decisionale sui miei sogni! Sbuffai e finalmente decisi di alzarmi dal letto.
Chiamai Gale per farmi venire a prendere… non sapevo ancora dove abitava. In mezz’ora mi lavai, vestii e feci colazione. Il sogno chiuso nel dimenticatoio in un angolino buio e polveroso del mio cervello.
Un colpo di clacson mi avvertì che Gale era arrivato.
In macchina insieme a lui c’era Josie ovviamente, erano sempre insieme e cominciai a sentirmi esclusa e un filo gelosia si insinuò nel mio cuore, Josie era la mia migliore amica e Gale mio cugino e vedere che di me non avevano più bisogno mi faceva arrabbiare, senza contare che stando con loro il dolore per l’assenza di Gas si faceva insopportabile.
Scossi la testa per scacciare quei pensieri e mi stampai un sorriso in faccia, dopotutto ero estremamente felice che fossero cosi felici insieme.

Al prossimo appuntamento!!!
                                               XOXO 
                                                          Eireen

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