La situazione, per Gurni TestadiRoccia, era abbastanza critica. Lui e la sua guarnigione di trenta nani si trovavano all'imbocco del passo di Karad'Zan, unico accesso del versante ovest al regno dei nani, e davanti a loro vi era l'esercito nemico più grande che nano avesse mai visto. Intere schiere di bestiali orchi, goblin e creature infernali, capeggiate dall'ignobile Ruben AsciaOscura e i suoi nani del Chaos, maledetti, corrotti ed assetati di sangue fraterno.
Già il fatto di trovarsi vicino ad un nano del Chaos fece dapprima rabbrividire per poi infuriare Gurni, ma lui conosceva personalmente Ruben, era stato suo amico per decenni... prima che l'influenza dei Dei del Chaos lo rendesse schiavo di vendetta e sangue. Ora poteva solo infuriarsi contro quei Dei meschini e sperare di mettere fine alle sue sofferenze.
La situazione cominciava ad essere angosciante: le prime due difese erano state abbattute, le trincee esterne erano state conquistate dal nemico senza troppa difficoltà e avevano spinto i difensori sempre più all'interno per intrappolarli. Ma Gurni aveva ancora un asso nella manica, restava ancora un meccanismo di difesa che, forse, poteva capovolgere le sorti della battaglia: Vi erano centinaia di condotti scavati nella nuda roccia del tunnel che, collegati da un sistema di canalizzazione, portavano direttamente alla fortezza di Karad ed esattamente alla sala del calderone. Girandosi verso l'ultima fila di nani, dove stazionavano i messaggeri sui pony, gridò il suo ordine con rabbia e decisione e i pony partirono al galoppo.
Nel giro di pochi minuti, un forte rumore e gorgogliante ed un odore acre invasero il tunnel... la guarnigione di Gurni indietreggiò velocemente fino ad una zona sicura mentre il nemico, deconcentrati dallo strano e frastornante suono, restava fermo guardando il soffitto del tunnel in attesa di capire. Soltanto Ruben ed i suoi nani avevano capito la situazione e, dopo aver constatato che urlare ordini di ritirata era inutile visto che tutti erano come paralizzati sul posto, lui ed i suoi nani del Chaos corsero indietro verso l'uscita del tunnel.
Tutto successe in poco tempo: dalle migliaia di condotti del soffitto cominciò a colare quello che a prima vista sembrava metallo fuso, cadendo sull'esercito nemico. Cadendo, ustionava, lacerava, distruggeva, fondeva qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino, roccia esclusa... ed andava a defluire in speciali canali poco profondi (ma con una certa pendenza) scavati nel pavimento che portavano a stanze di raccolta laterali. La carneficina fu spietata e assoluta, quasi tutto l'esercito nemico venne abbattuto... perfino qualche nano del Chaos perì in quell'attacco, non essendo stato capace di mettersi in salvo in tempo. Ruben guardò con rabbia ed insoddisfazione la carneficina ed i nani di Gurni, maledicendoli in lingua arcana, per poi uscire dal tunnel e fuggire. Il regno dei nani era ancora salvo, per questa volta avevano vinto.
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