lunedì 2 maggio 2011

Silver Moonlight 12°capitolo

Doveva ammettere con se stessa che le era dispiaciuto molto lasciare il posto di barista al cafè, si trovava bene con i suoi colleghi; erano persone carine e gentili con lei, alcune volte era persino uscita con loro per vedere un film per poi andare a mangiare una pizza.

Erano per lo più ragazzi della sua età, ventiduenni che avevano preferito seguire le orme dei genitori e avevano cominciato ad aiutarli nelle attività di famiglia che li a lake louise erano molteplici.

C'erano gli impianti sciistici, i pub, e poi i numerosi hotel e i negozi che affittavano le attrezzature per lo sport. La cittadina continuava a rinnovarsi, le generazioni di proprietari si alternavano lasciando ai giovani il posto a capo dell'azienda di famiglia dando cosi loro l'opportunità di realizzarsi nel mondo del lavoro, rimanendo però vicino alla famiglia.

Citando un famoso film Lyla pensò: Lake Louise non è un paese per vecchi.

  • ehi bellissima! Buongiorno.-

  • Oddei Joseph, non ti avevo sentito mi hai spaventata a morte. Pensavo di essere arrivata prima di te.-

  • Joseph? Cavolo devo averti fatto prendere davvero un bello spavento se mi chiami col mio nome di battesimo e non “ziettino adorato”.-

Lyla alzò gli occhi al cielo in un finto gesto di esasperazione non riuscendo però a trattenere un sorriso.

  • lo sapevo che sarei riuscito a farti sorridere raggio di sole, che ci vuoi fare, sono irresistibile, tua zia non aveva nessuna possibilità di sfuggirmi il giorno che ci incontrammo la prima volta.

    Le è bastato...

  • ...parlare con te cinque minuti per capire che saresti stato l'uomo della sua vita. Si, la sappiamo tutti questa storia zio Joseph.-

la storia d'amore dei suoi zii era uno di quei mitici racconti che non viene mai smesso di raccontare quando si riunivano con gli amici.

Dovette ammettere con se stessa che era una storia tremendamente romantica. Addirittura fiabesca e se non vedesse con i suoi stessi occhi l'amore che avevano l'uno per l'altra da oltre vent'anni nella vita di ogni giorno stenterebbe a crederne l'esistenza.

Perché l'amore non dura per sempre.

Questo era quello che le veniva ripetuto da sempre, dagli amici, dai libri e dalla tv.

Pensare come la massa non era mai stato il suo forte.

  • mi è stato dato un cervello dalla natura e lo userò per conto mio-

era solita pensare. E cosi aveva sempre fatto, le idee che aveva in testa erano sue perché ci credeva e non perchè la società le imponeva di credere altrimenti.

Ma vedendo joseph e saraph come poteva non pensare che l'amore fosse per sempre?

Si erano incontrati quando jo aveva 18 anni e saraph 19, quando a lei si era guastata l'auto lontano dal centro. A quei tempi i cellulari ancora non erano cosi diffusi, ed era rimasta sola almeno quattro ore sul ciglio della strada rifiutando l'aiuto di almeno cinque uomini poco raccomandabili preferendo avviarsi da sola nel pieno della notte lungo la strada buia e isolata per raggiungere a piedi l'abitazione più vicina.

Dopo un paio di chilometri però era passato joseph, che l'aveva guardata nel suo abito blu scuro, con i capelli castano scuro e ricci lunghi fino alla base della schiena rimanendone stregato all'istante. si era fermato e le aveva detto – trovare una donna che balla da sola in mezzo alla strada è molto poetico e inquietante sai?- lei aveva pensato che fosse il tipico pesce lesso che ci provasse con una ragazza in difficoltà; con la bocca già aperta e una risposta piccata sulla punta della lingua, si era bloccata e non aveva saputo replicare adeguatamente mandandolo al diavolo, era stato in quel momento che lui l'aveva catturata con i suoi occhi, mandandole brividi lungo la spina dorsale.

L'unica cosa che le era uscita dalle labbra colorate dal rossetto alla pesca rosa era stata: - lo penso anche io, potresti accompagnarmi alla stazione di servizio più vicina?-

il resto del racconto cambiava versione a seconda di chi lo raccontava, lyla lasciava correre, pensando che volessero tenere per loro quello che era successo dal momento che saraphine era salita in auto, e sinceramente pensava che fosse molto meglio cosi, avrebbe perso di poesia sapere che probabilmente avevano fatto cose “indicibili” per tutta la notte del loro incontro.


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