mercoledì 18 maggio 2011

Enchanted -Eireen

Eccomi tornata! Chiedo scusa per la mia lunga assenza dal blog ma avevo finito capitoli da publicare e dato che ero troppo fuori di testa per riuscire a scrivere non avevo molto da fare purtroppo questo è un pessimo periodo >.<. Ma adesso spero di riuscire a tornare a scrivere con una certa regolarità. Intanto per farmi perdonare, stasera pubblicherò un pezzo bello lungo di Enchanted, sperando che vi piaccia. L'ho scritto adesso sul momento, e nonostante l'abbia riletto parecchie volte, potrebbero ancora esserci degli errori di forma o di ortografia quindi chiedo già scusa in anticipo! Poi appena Eradil avrà un pò di tempo ci darà un occhiata e me lo corregge! Intanto buona lettura e buona serata (o nottata dato l'ora) a tutti!
Bacioni! 
            Eireen


 

Enchanted
Cap.1pt.6

E lì seduta a terra dello squallido cesso di un aereo diretto in Irlanda le crollò addosso tutto il peso della vita   che aveva condotto negli ultimi otto mesi. Una vita fatta di eccessi e abusi, di relazioni brevi ed instabili basate solo sul sesso. Una singola lacrima evase per percorrere la morbida curva della sua guancia. "Chi è causa dei suoi mali pianga se stesso" dice il detto. E sebbene Roxane fosse consapevole di questo e di essere ormai arrivata a toccare il fondo sentiva che quella vita, quella sregolatezza quel vivere sempre al limite, sul filo del rasoio le impediva di cadere nell'oblio della depressione e dello sconforto. 
-Signorina tutto bene?- la voce della hostess la riportò coi piedi a terra...per quanto possano essere a terra su un aereo a trecento metri da terra.
Roxy si alzò da terrà e notò infastidita che star seduta in quel modo le aveva fatto addormentare le chiappe che adesso le formicolavano tremendamente.
Sì abbassò sul microscopico lavandino si sciaquò la faccia asciugandosela poi sulla maglietta dato che non c'era carta per asciugarsi le mani e uscì dal bagno; quasi finì addosso alla giovane hostess che la guardava con un'espressione mista fra il preoccupato e il dubbioso, forse pensava che mentre era chiusa nel cesso aveva tirato di coca o roba simile...beh non aveva tirato un bel niente ma un bel bicchierino di Chivas accompagnato da una paglia non le sarebbe dispiaciuto affatto, giusto per calmare un pò i nervi.
Senza rispondere all'hostess si avviò per lo stretto corridoio dell'aereo e si rimise al suo posto ignorando l'occhiataccia del prete, e fregandosene completamente delle regole che lo vietavano tirò fuori l'i-pod mise le cuffie alle orecchie mettendo il suo disco preferito degli offspring al massimo e pian piano si addormentò.

Cap.2 pt.1
Irlanda dolce Irlanda

Una mano sudata e appicicaticcia le toccò la spalla e la scrollò.
Roxane aprì svogliatamente gli occhi e lanciò un'occhiataccia al ciccione che le era seduto accanto sperando che così capisse di toglierle quell amano schifosa di dosso. Non che avesse qualcosa contro di lui! Ma essere toccati da uno sconosciuto già non è bello, peggio ancora se questo ha le mani lercie, infatti quando tolse la mano dalla spalla le rimase la sensazione di umidiccio. Raccolse lo zaino, vi infilò l'i-pod e si affrettò a mettersi in fila per scendere dall'aereo.
Il padre le aveva detto che sarebbe venuta a prenderla all'aereoporto un suo cugino figlio di un parente fratello di non sapeva chi che non aveva mai conosciuto...e ora si chiedeva com acavolo avrebbe fatto a riconoscerlo.
Ma non dovette aspettare troppo per scoprirlo. quando recuperò la sua valigia e uscì dal gate vide la folla di parenti e amici venuti a prendere i suoi compagni di volo, e notò sul lato appoggiato ad una colonna un giovane avvenente di decisamente bell'aspetto con un mazzo di fiori e un cartello in mano su cui era scritto a caratteri cubitali "ROXANE". 
Oh no! questo si che era imbarazzante. E sicuramente c'erano ben poche probabilità che ci fosse un'altra Roxane sullo stesso volo.
Imbarazzata si avviò verso il ragazzo e fece un tentativo di sembrare gentile salutandolo con la mano, giusto per partire col piede giusto. Il giovane donzello si guardò intorno come se fosse stupito che stesse salutando proprio lui.
quando gli fu di fronte gli tese la mano e si presentò ostentando quel poco di inglese che sapeva.-Hi! I'm Roxane Leroy, your cousin!-
Il tizio sgranò gli occhi sorpreso e disse.-Who?-
Oh cazzo e come facevo a spiegarglielo.- Emh Roxane, Richard's daughter. My dad...emh come cavolo si dice...mi ha spedita qui da Nizza... emh traveling me here from Nizza. No traveling è viaggiare come si dice mandare...-
- Excuse me lady, but i'm waitng for a music band. It comes from Spain.-
...Ah. Aveva capito poco ma abbastanza da dedurre che il tizio era li per una band e non per lei.
-A music band?-gli chiese.
-Yes "The Roxane"-
Oh...all'improvviso sentì un gran caldo salirle dal collo e il viso in fiamme. Boffonchiò delle scuse e si allontanò di gran fretta. Ecco quello si che era davvero imbarazzante appoggiò la valigia ad una colonna e vi si sedette sopra nascondendo il viso fra le mani.
Quando scemò l'imbarazzo, un'altra sensazione le nacque dentro...rabbia.
Era lontana chilometri e chilometri da casa, in un paese che non conosceva, di cui non conosceva neanche la lingua- e qui si pentì non poco di aver sempre copiato ai compiti di inglese- senza un soldo, ne un numero da chiamare. Sì, si sentiva decisamente in vena di strozzare qualcuno in quel momento.
Purtroppo, non potendo fare altro, rimase lì ad aspettare come una mongola- e forse passando anche per una barbona- che qualcuno si facesse viva per reclamarla.
E finalmente dopo un'ora che aspettava notò un ragazzo che arrivava di corsa e intanto guardava l'orologio preoccupato...e dato che non guardare avanti mentre si corre non è una cosa da furbi il tizio andò a sbattere contro un signore di mezz'età. Il giovane si scusò e si guardò attorno freneticamente finchè non notò Roxane. La fissò per qualche istante e finalmente si decise ad avvicinarla. - Sei tu Roxane Leroy?- disse in un francese stentato con un forte accento inglese.
La ragazza subito si alzò in piedi e gli si parò di fronte. -Sì! Sì sono Roxane la cugina lontana di Nizza! Quella che ha aspettato come un idiota per un ora che un cugino imbecille la venisse a prendere in un fottutissimo pidocchioso aereoporto di una fetida isoletta del cavolo chiamata Irlanda!- e qui si fermò giustò perchè doveva riprendere fiato. Sì sì lo sapeva, reazione esagerata, ma purtroppo era uno dei suoi difetti.
Il ragazzo la guardò insicuro.- Excuse me. Io non parlo bene francese. Can you speak more slowly? Più lentamente sì?-
Beh almeno non aveva capito gli insulti. Roxane si mise in spalla la sacca e prese la valigia.
-Lascia.- disse il ragazzo.Roxy lo guardò senza capire e lui indicò le sue valigie.- Your suitacases...emh...valige aye?-
Voleva fare il carino? bene! Gli lasciò cadere la valigia su un piede e sopra ci sbattè la sacca, un lamento di dolore gli sfuggì dalle labbra. Era il minimo visto che l'aveva fatta aspettare senza sapere se fosse venuto qualcuno.- T-H-A-N-K-Y-O-U - disse lentamente come se fosse stupido- Molto gentile!-
Lui le lanciò un occhiataccia, ma comunque raccolse le sue cose e le fece strada.
mentre camminavano Roxane notò che il cugino la guardava di sottecchi ma lei lo ignorava guardando ovunque tranne verso di lui.
Arrivati nel parcheggio la ragazza cercò di indovinare quale potesse essere la sua macchina. Si aspettava un rottame arrugginito, magari con un fanale rotto e senza maniglia da qualche parte.
Per questo fu parecchio stupita quando vide che si fermò davanti ad una Mustang Shelby GT 500 del 1967 nera con una striscia grigio scuro in mezzo. Sì sentì mancare il fiato. Accarezzò delicatamente la carrozzeria e sapeva che in quel momento le stavano brillando gli occhi. -E' tua?- chiese al cugino.
-What?-
-The car. Is it your?-
-Oh- annuì orgoglioso.- Sì è mia.-
Quandò finì di caricare i bagagli salirono in macchina ma prima di partire lui si girò verso Roxane e le porse la mano.- Io molto maleducato. Ho dimenticato di dirti il nome. I'm Jamie Wood. Nice to meet you.-
- Wood? Ma non è un cognome Irlandese!-
Lui la guardò per un attimo con la faccia stralunata poi riuscì a decifrare quello che aveva detto e riuscì a risponderle.- Mio padre è inglese. Mia madre,la sorella della tua mamma è la tua vera zia.-
La mia vera zia?- Ah forse tu vuoi dire la mia zia di sangue?-
Jamie le sorrise entusiasta.- Esatto! Mia madre di cognome prima di sopsarsi fa O'Connor.-
Dimentica di dover essere arrabbiata col cugino gli sorrise.
-I'm sorry for the delay but there was traffic, i didn't know the road and i had lost ...-
Roxane lo bloccò subito.-Hey hey fermati mi sona già persa a delay...-
-Scusa! Io mi dimentico di parlare in francese. Dicevo scusa per il ritardo ma c'era molte macchine io non conoscevo la strada e mi sono perduto. Ma poi sono arrivato-
-Beh meno male che sei arrivato! Già è stato tremendo dover aspettare lì come un'idiota per un ora!-
E di nuovo Jamie la guardava confuso.
Roxy scosse una mano.- Niente lascia stare. Andiamo a casa per favore sono piuttosto stanca è stata una giornata lunge e faticosa.-
-Great! Let's go home! Vedrai ti piacerà un sacco.- poi mise in moto la Mustang che si accese con un vigoroso rombo e finalmente fecero rotta verso casa O'Connor con un letto, coperte, cuscini e tanto tanto tanto fantastico dormire.

Qui vi aggiungo un'immagine della mitica Mustang Shelby GT 500 del 1967 ( si sono una fanatica di macchinone americane come Hummer, Dodge, GMC, ma soprattutto Ford Mustang >.<)

....beeeeeeeella *__*


E qui uno dei pezzi più famosi e simpatici dei The Offspring:



Un bacione
Eireen

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