lunedì 4 luglio 2011

Silver Moonlight 19°capitolo

Raccolte tutte le sue cose sparse a terra, si avviò verso il punto della boscaglia da cui era uscita qualche ora prima.

L'interno del bosco con i suoi rami fitti era oramai quasi completamente al buio. Lyla dovette farsi luce con il telefonino e anche con quello non riusciva a vedere oltre al metro davanti a se.

Rimanere completamente al buio non la entusiasmava, l'idea di non riuscire a vedere niente di quello che la circondava era una delle sue maggiori fobie, per questo accanto al letto teneva sempre una piccola lampada che faceva abbastanza luce per rischiarare l'ambiente ma che le permetteva comunque di riuscire a dormire senza problemi.

-crac-

di nuovo quel rumore.

No. non aveva niente a che fare con gli animali o con le piante che ondeggiavano alla sottile brezza della sera.

Ormai ne era quasi certa. Qualcuno la stava spiando e non era un turista. in quel caso si sarebbe fatto vedere immediatamente in cerca di aiuto.

  • fatti vedere brutto maniaco del cazzo!-

Ok forse non era la tattica migliore insultare una persona che la stava pedinando, ma hey, essere sfrontati è la migliore tattica per difendersi dal panico.

Continuare a giocare a quel gioco mentale ancora per molto avrebbe solamente assecondato la persona che continuava a rimanere nascosta e che evidentemente contava sul fatto che la paura la paralizzasse.

Forse sarebbe anche successo in un altro momento, ma lyla non gliela avrebbe data vinta. Oh no.

Prese la decisione in meno di un secondo poi si mise a correre in direzione del paese come se alle calcagna avesse avuto un branco di cani rabbiosi e vogliosi di farla a pezzi.

Il momento le suggeriva le ipotesi più macabre e lugubri anche se con un certo umorismo. anche più del solito.

I polmoni cominciavano a bruciare desiderosi di una pausa. Ma non aveva la minima intenzione di fermarsi prima di aver lasciato tra lei e il bosco almeno duecento metri.

La corsa e il respiro ansante coprivano qualsiasi possibile rumore il suo inseguitore stesse facendo; sempre se l'aveva davvero seguita. Non voleva fermarsi e accertarsene.

Un luccichio nel buio della notte incalzante la distrasse per un attimo facendola rallentare rallentare sensibilmente era difficile fare due cose contemporaneamente, soprattutto quando si sta cercando di scappare da un possibile assassino. Stava decisamente cedendo al panico più nero.

Un attimo dopo il luccichio era scomparso dalla sua visuale, volto la testa altre due o tre volte, ma sembrava definitivamente sparito, o forse non c'era mai stato.

Eppure nella sua mente prese a suonare un campanello di allarme, la situazione le era vagamente familiare, in qualche modo già vista. Ma proprio non riusciva a ricordare dove.

Poi all'improvviso il mondo si ribaltò. Dove prima c'era il cielo ora vedeva solo terra. L'uomo doveva essere riuscito a raggiunta e in uno scatto atterrata, afferrandola per una caviglia; non si era mai rotta niente in vita sua, per cui non conosceva il dolore cieco e pulsante di un arto spezzato ma era pronta a giocarsi lo stipendio di un mese che quello che sentiva, non era una semplice storta.

Il maniaco non aveva preso in considerazione l'eventualità che la sua preda si ribellasse in modo cosi violento al suo assalto e fece l'errore di non tenerle bloccate entrambe le gambe, lasciandole cosi la possibilità di tirargli un calcio in quella che in teoria doveva essere la sua faccia. Lyla tirò una serie di calci contando sulla quantità piuttosto che sulla qualità sperando di colpire quante più volte possibile il mostro che la stava aggredendo. Proprio quando stava perdendo le forze e le speranze, sentì la presa sulla sua caviglia destra allentarsi quel tanto a permetterle di liberarsi e sperare in una nuova fuga. graffiando il terreno con le unghie dipinte di smalto verde si allontanò di qualche metro dalla figura accucciata a terra che snocciolava una serie di parole incomprensibili ma che vista la situazione dovevano essere senza dubbio imprecazioni. Una volta rimessasi in piedi controllò sommariamente la situazione della gamba che sebbene dolorante e ferita sembrava essere tutta intera; per fortuna niente si era rotto come aveva ipotizzato prima.

Zoppicando visibilmente riuscì miracolosamente a uscire dalla foresta senza essere catturata una seconda volta, doveva aver colpito lo sconosciuto in modo più grave del previsto o forse aveva rinunciato a prenderla perchè nessuno la seguì per il resto del tragitto.

Nessun commento:

Posta un commento