lunedì 25 aprile 2011

Silver Moonlight 11°capitolo

Si disse che doveva assolutamente darsi una svegliata e anche in fretta, non poteva rischiare di farsi investire per una tale sciocchezza.

-stupidi, ingombranti sogni del cavolo.-

-meglio che mi sbrighi ad andare al lavoro o Joseph me lo farà pesare per i prossimi cinquant'anni-si disse sconsolata.


La stagione invernale aveva aperto i battenti da pochi giorni.

Il paese dove tutti si conoscevano e dove era impossibile nascondere un segreto nemmeno tagliandosi la lingua, nelle settimane successive avrebbe accresciuto il numero dei suoi abitanti in modo esponenziale; passando dalle poche centinaia che risiedevano li tutto l'anno alle migliaia che sarebbero passate di li fino ad aprile, quando la stagione invernale avrebbe ceduto ad una fresca primavera.

Il luogo attirava su di sé una forte attrazione per la sua posizione e per la conformazione del lago le cui acque azzurro-lattiginose incantavano gli occhi di chiunque si fermasse a guardarlo.

Gli alberghi presto avrebbero fatto il tutto esaurito, rimanendo pieni fino all'assurdo per i seguenti cinque mesi.

Nuova linfa vitale si sarebbe aggiunta ai pochi abitanti residenti fissi tutto l'anno, allontanando per qualche periodo le noiose e, squallide chiacchiere su chi aveva lasciato la fidanzata, chi aveva tradito il povero marito o la inconsolabile moglie con tre figli da crescere.

I turisti avrebbero dato di che parlare alle vecchiette petulanti e alle casalinghe depresse per un bel po' di tempo.


Il negozio che Lyla e Joseph gestivano insieme si trovava poco lontano dal cento in una via non molto affollata, tra un negozio di cartoline e un cafè-libreria che serviva anche ciambelle e altri deliziosi dolcetti da mangiare con le bevande che venivano servite calde e invitanti nei freddissimi giorni invernali.

Era un delizioso negozio con tipici arredamenti in legno di pino chiaro, in perfetto stile “baita montana”.

L'ambiente piuttosto ampio, risultava però più piccolo di quanto in realtà fosse, lungo le due pareti laterali all'entrata si susseguivano fino al bancone dove stava il registratore di cassa mobili di fattura rustica, che in origine sarebbero dovute essere delle credenze con vetrinetta, ma che erano state modificate per esporre i loro lavori.

Lo zio era sempre il primo ad arrivare al lavoro, sebbene non fosse mattiniero di natura, preferiva essere sempre professionale che se l'attività che gestiva era sua e non c'era nessun capo da compiacere.

Un suono tintinnante e allegro le diede il benvenuto quando aprì la porta.

Rimise le chiavi nella tasca destra del cappotto. Aveva dovuto togliere l'allarme e la porta aveva la doppia sicura inserita; per qualche ragione incomprensibile era riuscita ad arrivare prima di suo zio.

-la fortuna comincia a sorridermi finalmente?- lo sperava veramente.

Essere stata quasi investita sarebbe bastata per la quota di sfortuna per un intero mese.

Il profumo di vernice fresca e di pittura si mescolava al forte odore di legno e resina che veniva dalle scaffalature. Lyla si prendeva sempre un momento per se stessa chiudendo gli occhi e inalando a pieni polmoni quel particolare odore prima di iniziare a lavorare i sassi rotondi e scuri che raccoglieva quasi tutti i giorni e che poi dipingeva con i paesaggi del luogo.

Fino a quattro anni prima aveva lavorato nella libreria li a fianco, ma quando lo zio Joseph aveva attraversato la famosa crisi di mezz'età, aveva mollato il lavoro di geometra nello studio che dirigeva con la moglie in un ufficio proprio in centro e aveva ripreso la vecchia passione di dipingere facendola diventare in poco tempo una piccola attività molto redditizia e molto gradita dai numerosi turisti che volevano portarsi a casa un piccolo pezzo di quel meraviglioso posto.

Lei aveva cosi assecondato una muta richiesta di aiuto da parte di Saraphine, aveva mollato il lavoro alla caffetteria e aveva aiutato Joseph ad avviare la sua nuova attività.

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