giovedì 28 aprile 2011

Enchanted -Eireen


Enchanted
Cap 1 pt 5
Arrivò a casa in dieci minuti. Come entrò in sala notò che suo padre aveva tirato fuori le valigie e a quanto pareva erano piene...oh cazzo!
-Pà?- lo chiamò.
  • Sono in cucina.-
Lo raggiunse e lo trovò che leggeva il giornale proprio come quella mattina.
Non la guardò, non si degnò neanche di lanciarle un 'occhiata fugace semplicemente continuando a fissare la pagina dello sport le disse. - Te ne devi andare.-
Si sentii sbiancare le vennero le vertigini e probabilmente stava per svenire. Solo allora il padre la guardò e le andò vicino.- Senti non lo faccio perchè non ti voglio più bene o perchè voglio liberarmi di te. E' che è più che evidente che io non riesco a gestire questa situazione, hai bisogno di qualcuno che sappia realmente prendersi cura di te.-
Roxy sbuffò e si sforzò per non far scendere le lacrime.- Lo sai cos'ha detto la mamma per quanto la riguarda non ha più una figlia...-
Le strinse una spalla.- Non ti sto mandando da tua madre infatti.-
La ragazza guardò suo padre confusa.- Ma allora dove mi spedisci?-
  • Ti mando da tua nonna.-
Sua nonna? Non sapeva neanche di averla una nonna.- Ho una nonna?-
Gli sfuggi un sorrisetto.- Certo è in Irlanda.-
Sgranò gli occhi.- In Irlanda? Fin là? E poi io non so neanche parlare l'inglese come pretendi che possa vivere là?-
-Non cercare scuse. Tua nonna parla francese ti aiuterà ad inserirti vedrai.-
-Ma come puoi pensare che mandarmi da lei risolva tutto? Non mi conosce neanche credi davvero che lei possa raddrizzarmi?-
-Oh vedrai che tua nonna ti farà mettere la testa a posto.-
La ragazza incrociò le braccia sul petto e puntò i piedi. Non aveva nessuna intenzione di andarsene. Voleva restare con suo padre, coi suoi amici, nella sua casa.
Suo padre sospirò. -Senti tesoro, tu andrai che ti piaccia o meno. Il treno parte fra un'ora e mezzo. Vieni, che ti accompagno in stazione.-
Roxane era talmente demoralizzata che non ebbe la forza di dire altro. Lei che di solito era combattiva si lasciò portare in stazione. Avrebbe preso un treno fino a Parigi e poi da lì un volo diretto per Dublino. Si sentiva abbandonata e sola. Per tutto il tragitto da casa alla stazione non disse una parola.
Ogni tanto Richard cercava di dirle qualcosa ma lei non rispondeva.
La aiutò a scaricare le valige e la accompagnò sul treno fino a Parigi. Forse non si fidava, aveva paura che la figlia scappasse da qualche altra parte.
Fecero il check-in e la accompagnò fino al terminale.
-Mi mancherai Roxane. Mi raccomando comportati bene dalla nonna non farla impazzire.-
La ragazza non gli rispose.
-Mi dispiace.- le sussurrò.
Poi la lasciò andare. Roxane si mise in fila per imbarcarsi sull'aereo.
Una volta imbarcata percorse il corridoio fino al suo posto.
La sfiga volle che fosse proprio il posto centrale fra un ciccione maleodorante e un prete col crocifisso in mano intento a pregare. Fantastico.
Una volta decollati Roxane cercò di dormire ma si accorse che qualcosa non andava. La tristezza stava lasciando il posto ad una sensazione ben più opprimente: l'ansia.
La sua fronte si imperlò di sudore freddo, aveva le mani umidicce e il respiro si era fatto irregolare.
Iniziò a percepire una vaga sensazione di nausea che si faceva più forte ad ogni minuto che passava.
Ormai era entrata in iperventilazione.
Ma che cazzo le stava succedendo?
Un' hostess le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. -Signorina si sente bene?-
Si sente bene? Come poteva anche solamente pensare che stesse bene? Si sentiva morire, non riusciva a respirare e ormai era certa che avrebbe vomitato da un momento all'altro.
-Le sembra che stia bene?- sì era stata sgarbata ma non era in vena di rispondere educatamente a domande stupide.
-E' mai stata su un aereo?-
-No questa è la prima volta. Ma cosa c'entra?-
-Sta avendo un attacco di panico signorina, ecco.- le porse un sacchetto di carta.- Respiri qui dentro. Inspiri ed espiri profondamente e lentamente.-
Roxane avvicinò il sacchetto alla bocca ma appena gonfiò i polmoni il diaframma andò a comprimere lo stomaco e il risultato fu che il sacchetto invece che aiutarla a respirare, le evitò semplicemente che sporcasse la tappezzeria dell'aereo col suo vomito, e cavoli vomitò parecchio.
La hostess la fece alzare e la accompagnò al bagno.
La ragazza vi si chiuse dentro e si rannicchiò sul pavimento.

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