domenica 7 agosto 2011

comunicazione di servizio


gente non dateci per disperse perchè siamo ancora qui con voi.
con l'arrivo di agosto siamo stra-impegnate e quindi ci riesce difficile ve
nire ad aggiornare il blog, ma non preoccupatevi che non lo abbandoneremo! fino a metà settembre temo che sarà cosi ma poi riprenderanno i post
settimanali. per ora vi lascio con un nuovo capitolo di silver moonlight e alla nostra lyla.

baci

  • brutto porco maniaco schifoso.-

chissà perchè in un momento come quello si immaginò la scena di frankenstein junior in cui gene wilder testa la reattività di un paziente urlandogli contro una serie di improperi. In un certo senso era una situazione abbastanza comica, tranne forse per chi si trovava protagonista.

  • aiut....-

non fece nemmeno in tempo a pronunciare la parola per intero che quello si accasciò a terra come un sacco di patate.

Dalle scale venne un rumore di passi.

  • merda-

qualcuno stava salendo le scale. Probabilmente il tonfo del corpo caduto a terra aveva allarmato gli zii che dalla sala stavano correndo a vedere se era tutto a posto. Ma quei due che cavolo facevano nel mezzo della notte ancora sul divano. Rabbrividì, non voleva veramente una risposta.

Guidata dal panico prese il corpo senza sensi dell'uomo lo trascinò per un piede verso il bagno, dall'altra parte della stanza. Nei film sembrava sempre un gioco da ragazzi ma tirare un uomo a peso morto per un piede non per niente facile. Nonostante dalla finestra che quel pazzo aveva rotto, entrasse l'aria gelida della notte le scendevano gocce di sudore lungo la fronte e la linea della spina dorsale.

Era quasi a metà strada tra il letto e la porta del bagno quando saraphine bussò alla porta. Aveva almeno avuto la decenza di bussare invece di irrompere dentro come un uragano. Cosa che invece avrebbe fatto senza dubbio suo marito.

  • lyla, piccola, abbiamo sentito un vetro che si spezzava, stai bene? Ti sei fatta male?-

era stata una stupida a credere che non avessero sentito il vetro che mentre andava in mille pezzi si spargeva per tutta la stanza.

Tipico suo.

  • ehm.....si è tutto ok.-

  • lyla per favore apri.

Questa volta non poteva cavarsela semplicemente dicendo che stava bene. Che era tutto ok. Sarebbe sembrato troppo strano non farla entrare.

  • un attimo zia, sono ancora svestita.-

  • lyla per la miseria non mi scandalizzo vedendoti nuda, ricordi? Ti ho cresciuta io! Ti ho pulito il sedere fono all'asilo-

erano tutte scuse ovviamente. Non poteva aprire con il corpo privo di sensi in mezzo alla stanza. L'avrebbero scoperto e chiamato la polizia di conseguenza. L'agente denton si sarebbe presentato per finire la sua deposizione e le avrebbe chiesto: - è questo l'uomo che ti ha aggredita?-

e lei a quel punto non avrebbe potuto negare ancora. No non voleva che lo arrestassero. Avevano una faccenda in sospeso ed era tra loro due soltanto.

  • lyla!-

alla voce di saraphine si era aggiunta quella di joseph che aveva perso il suo tono gioviale che accompagnava sempre la sua voce, ed era diventata irritata con una punta di quella che forse era rabbia.

Doveva essersi veramente incavolato se si era arrivati a quel punto.

A confermare i suoi timori lui dall'altra parte della porta disse:

  • lyla mi sto seriamente incazzando, quindi, o apri la porta ora e risolviamo la cosa civilmente, o prendo la prendo a spallate fino a quando non sono riuscito a entrare.-

dio quanto era tragico quell'uomo.

Dopo un ultimo sforzo, riusci a fare entrare quel tanto che bastava il corpo dentro al bagno. Quindi chiuse la porta a chiave e se la nascose nel primo cassetto dalla cassettiera dove stava appoggiata la tv a schermo piatto.

Poi si spogliò in fretta lanciò in un angolo i jeans e il maglioncino puliti che aveva indossato solo qualche ora prima quando lo stesso uomo che ora era svenuto nel bagno l'aveva aggredita.

Indossò un paio di pantaloncini corti e una maglietta larga con sopra un cervo poi arruffò i capelli che forse lo erano già fin troppo. Quindi indossò la vestaglia e aprì.

Sperò che qualunque dio stesse assistendo alla scena le desse una mano.

Apri la porta e lascio che l'uragano joseph entrasse nella stanza.

  • per tutte le stelle nel cielo-

a volte le imprecazioni di jo erano veramente patetiche e probabilmente non riusci a mascherarlo bene perchè lui si voltò e le disse: - cosa diavolo è successo in questa stanza? Eh?-

quello era il momento esatto in cui avrebbe dovuto mettere una maschera di bugie sulla faccia fin troppo sincera che aveva di solito.

Fine un'espressione di stupore mista a preoccupazione e paura.

  • io....io non lo so zio.-

diavoli, non era poi cosi male con le bugie.

  • ero a letto che dormivo e poi ho sentito il vetro che si spezzava. Mi sono svegliata ho visto tutto il vetro sparso in giro e poi siete arrivati voi a bussare. Ne so quanto voi.-

La porta finestra era divisa il due finestre per ogni anta. Il vetro superiore dei quella a sinistra era completamente esploso verso l'interno . Con ogni probabilità mister sconosciuto l'aveva fracassato con una gomitata poi era entrato scivolando attraverso l'apertura.

Saraphine si avvicinò per guardare meglio persa nelle sue teorie e ipotesi.

  • può darsi che sia stato un animale.- disse

il silenzio calò tra di loro.

  • tua zia non ha tutti i torti.-

  • grazie caro.- disse lei guardandolo con uno sguardo pieno di amore e orgoglio.

Si sentiva sempre di troppo quando si scambiavano quelle occhiate cariche di sentimento e affetto.

Si schiarì la voce riportando l'attenzione all'argomento.

  • Hai visto qualcuno fuori dalla finestra prima di andare a dormire?-

quella domanda la prese alla sprovvista. Perchè diavolo le facevano una domanda simile? Che sospettassero qualcosa? Si sentì il viso andare in fiamme per il senso di colpa.

Cavoli, se l'era cavata bene fino a quel momento.

O era diventata paranoica o loro sapevano qualcosa.

Si voltò e cominciò a raccogliere i pezzi di vetro dando loro le spalle. Non poteva farsi beccare con la faccia di quel colore. Avrebbero capito che stava nascondendo qualcosa.

  • no, nessuno? Perchè questa domanda? Perchè qualcuno dovrebbe stare davanti alla mia finestra nel pieno della notte?

Non si voltò ma dalla risposta di saraphine capì che sul suo viso doveva essersi dipinta un'espressione sconcertata.

  • potrebbe darsi che l'uomo che ti ha aggredita sia tornato.-

ma certo! Sospettavano che probabilmente lui la stesse ancora seguendo e che forse avesse tentato di aggredirla ancora. Questa volta nella sua stanza da letto. Una mossa rischiosa ma che, se pianificata in modo intelligente poteva funzionare.

Loro avevano ipotizzato bene. Lui era tornato per lei. Nel posto dove si sentiva più al sicuro ma nel quale era più indifesa perchè priva di ogni protezione.

Perchè allora lo stava nascondendo? Cercava di proteggerlo dalla polizia? Ma per quale motivo?

La risposta era lì in un angolo della sua testa, che cercava di nascondersi volendo evitare di ammettere la verità.

Era incuriosita, affascinata perfino. Ma era anche timorosa di quello che quell'uomo voleva da lei. Se l'avesse consegnato alle autorità era certa che non avrebbe mai saputo la verità su quello che era accaduto. Non sapeva dire come ma era certa che lui avrebbe dato alla polizia una versione molto diversa dalla verità, ma altrettanto fattibile. Sarebbe andata persa la verità se fosse stato arrestato.

Voleva delle rispose e le voleva da lui in persona.