martedì 31 maggio 2011

One lovely blog award

Innanzi tutto ringraziamo Rowan del blog Libri di Rowan per aver pensato al nostro blog!
Poi ci scusiamo per il ritardo ma ahimè la distrazione è una brutta cosa e ci siamo accorte solo ieri di aver ricevuto questo premio >.< ma ora corriamo subito ai ripari!

Tre semplici regole:

  1. Girare il premio a dodici blog che riteniamo meritevoli
  2. Avvisarli di essere stati premiati
  3. E rivelare sette cose che non sapete di noi
I blog che vogliamo premiare sono:

1- Eireen: Adoro l'odore della pioggia specialmente quella primaverile e quella estiva, sa di fresco. 
    Eradil: Tifa la Mclaren

2-Eireen: E' probabile che andrò a lavorare all'estero a breve.
    Eradil: E' testarda

3-Eireen: Sono in una fase di blocco del lettore dal settembre scorso :'(
   Eradil: I suoi fiori preferiti sono i garofani.

4-Eireen: la mi libreria ha compiuto proprio sabato scorso 500 libri XD
   Eradil: la marca del suo cellulare è Nokia

5-Eireen: Gelato alla stracciatella, la luce dei miei occhi, mia unica ragione di vita! ne mangerei a quintali.
    Eradil: odia le cose che vanno di moda

6-Eireen: Non credo assolutamente nel matrimonio penso che la convivenza sia la soluzione migliore
    Eradil: guarda i cartoni dei pokèmon da sempre

7-Eireen: se ce una cosa che detesto di me è che capisco abbastanza bene l'inglese ma non riesco ad     esprimermi
   Eradil: considera Eireen come una vera sorella.

Baci
      E&E

lunedì 30 maggio 2011

Avviso per chi segue Silver Moonlight

come avevo già accennato nel post dell'ultimo capitolo, ultimamente non ho potuto scrivere, e quindi questa settimana salterà la pubblicazione del 16°capitolo.
venerdì parto per le vacanze e salterà anche la prossima settimana. spero di riuscire a scrivere un pò prima del mio ritorno cosi da poter tornare a postare regolarmente.
a presto!

giovedì 26 maggio 2011

Teaser Thursday


Teaser Tuesdays è una rubrica creata da Should Be Reading

REGOLE:
  1. Prendi il libro che stai leggendo.
  2. Aprilo a una pagina a caso.
  3. Condividi un breve pezzo di quella pagina.
  4. Fai attenzione a non scrivere spoilers.
  5. Scrivi anche il titolo del libro e il nome dell'autore in modo tale che chi sarà stuzicato dal pezzo letto potrà aggiungere il suddetto libro alla sua wishlist.

"Clary si strinse nel cappotto. Il vento che soffiava sull'erba basa non era freddo, ma si sentiva lo stesso le ossa geleate.- Tutto questo sembra uscito da una favola.-
-Hai freddo?- Sebastian le passò una mano intorno alle spalle. Immediatamente le volute di fumo smisero di formare punti di domanda e si formarono in un grosso cuore sbilenco"

Pag 173 Città di vetro Cassandra Clare

Baci Eireen

Enchanted -Eireen

Allora chiedo scusa se non sono riuscita a pubblicare il racconto ieri ma da me interent non carica bene il blog e non mi fa postare per questo sarà Eradil a farlo per me.
Inoltre noterete cho ho scelto di tentare un cambio di prospettiva per vedere come si presenta il racconto narrato in prima persona! spero vi piaccia!
Baci Eireen

Cap.2 pt.2


Dato che mio cugino ci aveva impiegato un'ora per arrivare all'aereoporto mi aspettavo che ci avrebbe aspettato un lungo viaggio in macchina, per questo rimasi perplessa quando vidi che solo dopo un quarto d'ora eravamo già arrivati a destinazione.
Quando accostò al lato della strada davanti ad una bella casa con un bel giardino lo guardai senza capire.
Jamie si voltò e mi guardò.- Why...emh...perchè tu mi guardi così?-
-Non dirmi che siamo già arrivati?-
Lui sembrò confuso.- Sì questa è la casa dove vivrai con la nonna...-
Ed è a soli quindici minuti dall'aereoporto?-
-Uh yes-
E tu ci hai messo un'ora?-
Yes ma non ccapisco cosa vuoi dire.-
Alzai gli occhi al cielo e sfruttai ogni singola molecola di me stessa per non esplodere...più o meno.- Ma che imbranato.- Mormorai fra me e me mentre scendevo dalla macchina. Come si fa a non conoscere neanche la città dove abiti?
Sbattei con forza la portiera della macchina e solo dopo ricordai che si trattava di una signora Mustang, ma ne valse la pena una volta vista l'occhiataccia che mi tirò Jamie.
Non picchiare la macchina.-
Un risolino mi sfuggì dalle labbra.- Maltrattare se mai.- quel ragazzo riusciva ad irritarmi tanto quanto riusciva a farmi sorridere. Incredibile.
Lui mi guardò esasperato...beh ci credo non è facile star dietro ad una che cambia continuamente umore e soprattutto che se la prende con poco. Dopo tutto dovevo riconoscere che il ragazzo non era così male anche se un po' imbranato.
Presa da un moto di gentilezza, che non gli capitava da tempo, lo aiutai a scaricare le mie valigie e ne portammo dentro una a testa.
Non è che non fossi mai gentile, è che lam mia vita aveva preso una brutta piega e mi ero ritrovata a dover stare veramente attenta a essere gentile.
A volte è troppo facile ritrovarsi nella merda solo per far favori a qualcuno.
Notai improvvisamente un profumo delizioso. Iniziai ad annusare l'aria e a guardarmi intorno e poi notai la fonte di quell'odore. Si trattava di un cespuglio di Amaranthus Caudatus dallo sgargiante color rosso. Rimasi affascinata da quel colore.
Sentìì una porta cigolare e mi voltai e vidi un anziana signora. La guardai sorpresa. Quando mio padre mi aveva detto che la nonna mi avrebbe rimesso in riga mi ero aspettata un'anziana severa e sobria con vestiti scuri e l'immancabile chingon. Invece la persona che avevo davanti sembrava più un Hippy troppo cresciuta, vestiti ultracolorati capelli lunghi legati da una morbida treccia portata su una spalla. Aveva un viso molto gentile e mi guardava sorridendo gentilmente.
Beh non aveva proprio l'aria di essere una bacchettona, anzi mi aspettavo che da un momneto all'altri mi passasse un spinello...magari!
Scese i tre piccoli scalini dell'entrata e mi venne incontro a braccia aperte.
-Benvenuta fra di noi giovane Roxane.- e mi strinse in un caloroso abbraccio.
Era imbarazzante, non ero affatto abituata a queste dimostrazioni d'affetto, ma non potei fare a meno di apprezzare il calore che mi offriva questa donna.
Mi ritrovai a pensare che forse il mio soggiorno in Irlanda non sarebbe stato tremendo come mi aspettavo.
Venite dentro ragazzi ho preparato uno spuntino-
Alla parola spuntino il mio stomaco brontolò.
Ora che ci pensavo era da quella mattina che non mangiavo. Inoltre avevo mangiato solo un misero croissant al bar con Josie.
A pranzo fra il tram tram del treno per correre e arrivare in tempo a prendere l'aereo per venire in Irlanda avevo completamente dimenticato di pranzare anche se non penso che ci sarei mai riuscita visto che ero troppo in crisi per riuscire a mangiare qualsialsi cosa-
Avevo vissuto una giornata talmente intensa che quella stessa mattinami sembrava lontana anni luce.
Jamie mi aiutò a portare in camera mia le mie valige a quanto pare era l'ex camera di mia madre.
Ma in quel momento avevo veramente troppa fame per soffermarmi sui dettagli e mi fiondai di sotto a mangiare.
Sul tavolo c'erano spremuta di arancia, dolcetti di frutta, muffin ai mirtilli, e una cosa non ben definita da uno strano colorito marrone...quella decisi di scartarla.
Mi sedetti e iniziai a servirimi, mi versai un bel bicchiere di spremuta e presi un muffin ai mirtilli. Adoro i muffin.
Solo dopo mi accorsi che stavo mangiando come un adenutrita che non mangiava da mesi e che la nonna mi stava guardando. Sentii un vago calore saliri dal collo e mi sentii la faccia in fiamme...che figuraccia. Mi ricomposi e mangiai come mangiano le persone normali.
Vorresti qualcos'altro che non ho messo in tavola?- mi chiese gentilmente in un francese impeccabile.
Uh se ci fosse del caffè lo prenderei molto volentieri.-
Lei mi guardò sgranando gli occhi.- Caffè? Il caffè è abolito da questa casa fa malissimo. Se vuoi posso farti una tisana.-
Cosa? Niente caffè? Io vivo per il caffè. Nelle mie vene scorre caffè non sangue. Oddio la prima cosa che avrei fatto finito di mangiare sarebbe satata farmi un giro per il centro alla ricerca di sacrosanto caffè.
Oh ninente va benissimo così-
In quel momento entrò anche Jamie e si sedette a tavola accanto a me.- Roxy io stasera esco con amici miei vuoi unirti?-
Oh che gentile. Mi venne in mente che avevo dormito solo tre ore la notte precedente ma non mi andava di chiudermi in casa la sera quindi acettai.- Molto volentieri! Così inizio a fare vita sociale.-
Emh emh.- io e Jamie ci voltammo verso nostra nonna.
Lei ci guardò affabile. - In questa casa ci sono delle regole Roxane. Se vuoi uscire devi prima chiedermi il permesso anche se hai vent'anni e sei maggiorenne. Vivi sotto il mio tetto quindi seguirai le mie regole. Inoltre vi rivoglio a casa entrembi entro mezzanotte. E non pensate di fregarmi so sempre quando Jami pensa di fare il furbo e rincasa più tardi arrampicandosi dalla finestra.- Jamie sgranò gli occhi.- sì signorino me ne sono accorta.-
Io la fissavo a bocca aperta regole? No io e le regole non andavamo affatto d'accordo.
Forza.- ci esortò la nonna.-Voglio sentirvi chiedere il permesso.-
Jamie si alzò e le diede un bacio sulla guancia sorridendo.- Posso uscire stasera nonna? Per favore?-
Certo tesoro.- poi mi guardò- Roxane?-
Io ero ancora troppo sorpresa. Ma che è aveva dodici anni?- Amh ok. Posso uscire con Jamie stasera?-
-Un po' meno sarcastica la prossima vota per favore non dimenticare mai di portare rispetto. Comunque sì hai il mio permesso per uscire stasera, Ora andate Tu Roxane sarai stanca vorrai riposarti e tu Jamie devi prepararti per quell'esame all'università. Forza sciò sciò io devo ordinare la cucina e preparare la cena.- disse sorridendo e canticchiando.
Ok ero perplessa. Me ne andai in camera mia e mi buttai sul letto e tutta la stanchezza di quella giornatà mi crollò addosso, e mi addormentai immediatamente.

Ecco un'immagine della casa della nonna di Roxy...


lunedì 23 maggio 2011

Silver Moonlight 15°capitolo

per fortuna o purtroppo in questi ultimi giorni ho davvero mille cose da fare e il tempo per scrivere è poco.
detto questo cercherò di mettermi a scrivere per continuare la storia per quelli che la seguono.
ma per ora questo è l'ultimo capitolo.
dunque a presto!

Eradil


Cercò di relegare quella sensazione di disagio in un angolo della mente.

- che cosa volevi dirmi jo?-

cercò di tornare al discorso distraendolo dal suo cattivo umore sperando che abboccasse.

- ah si! Quasi mi scordavo di dirti che ti ho chiamato per dirti che ti sei scordata il codice di colore sbadata!-

- il cosa?-

- terra chiama Lyla! Tesoro sei sicura di stare bene?-

ma certo! Il colore che doveva andare a prendere da francis.

- Si certo ero distratta scusami, a proposito stavo tornando al negozio proprio per segnarmi il numero-

- non ce n'è bisogno. Il codice è due cinque cinque.-


Il tragitto verso il negozio di Francis O'Donnel fu breve ma difficoltoso.

La neve che continuava a scendere da parecchie ore, si posava lenta sugli alberi, imbiancandoli come se fossero coperti di zucchero a velo; dalle nubi grigie scendevano grossi fiocchi che si adagiavano su tutto quello che incontravano. La temperatura molto bassa faceva si che nemmeno una di quelle minuscole e perfette forme geometriche ghiacciate si sciogliessero sovrapponendosi una sull'altra fino a creare uno strato sempre maggiore di neve candida.

Camminare sugli affollati marciapiedi era un'impresa non da poco.

La fanghiglia bagnata di prima, sotto i passi dei turisti si era compattata diventando una spessa lastra ghiacciata. Camminarci sopra senza ritrovarsi con qualche osso rotto non era cosa da poco, ma lyla era ormai abituata a quelle cose, ci era cresciuta tra quelle strade scivolose e quindi camminava con una certa sicurezza sorpassando persone che sembrava camminassero sui vetri.

L'attività del vecchio scorbutico era l'ultima presente sulla strada principale del paese, la stessa in cui, a poche centinaia di metri, era presente il negozio “Heaven's Rocks” di lyla e joseph.


Era difficile andare d'accordo con lui, ma lei chissà come aveva un ascendente speciale su di lui, aveva trovato un modo di rapportarsi al vecchio che di solito trattava in malo modo chiunque.

Forse perchè fin da bambina amava starsene in quel posto pieno zeppo di flaconi, secchi, bottiglie e mille altri tipi di contenitori di colori.

O forse perchè a differenza di altri clienti, non lo aveva mai trattato come un rimbambito.

Si, era una vecchio dinosauro, si disse lyla ma questo non giustificava il modo in cui le persone tendevano a comportarsi con lui, come se fosse troppo vecchio per capire quello che le persone gli dicevano.

Non era il suo cervello il problema, anzi quello era l'unica cosa che sembrava aver resistito negli anni, lasciando che fosse il suo corpo a subire gli effetti impietosi del tempo che passava.

Era questo che la gente del paese non capiva, non c'era da stupirsi se era diventato quello che era ora.

L'età precisa di Francis O'Donnel non la conosceva nessuno, nemmeno lei.

L'unico segno di cedimento che aveva avuto il vecchio, era stato quando Dolly Lester, la vecchia signora proprietaria del un negozio di antichità in centro, aveva chiesto a Francis che avesse partecipato alla seconda guerra mondiale come il suo defunto marito.

Francis aveva fatto finta di niente nascondendo con abilità il fuoco che gli era nato nello sguardo a quella domanda, le aveva voltato le spalle e con la composta tranquillità di chi tiene per se i propri affari, aveva semplicemente risposto che dopo i sessanta anni, non valeva più la pena continuare a contare gli anni che si accumulavano.

Ma secondo i calcoli di lyla il vecchio doveva avere non meno di novanta anni.


  • Buongiorno Francis-

  • Buongiorno a te cara-


quando lyla entrò nel negozio, trovò francis appollaiato su uno sgabello dietro al bancone vicino al registratore di cassa; la testa sepolta dietro al quotidiano locale di lake louise, solo le mani nodose spuntavano ai lati.

Sulla prima pagina campeggiava a lettere cubitali un titolo che raramente si era visto nei dintorni del paese.

  • GIOVANE UOMO, DELL'APPROSSIMATIVA ETA' DI VENTICINQUE ANNI, TROVATO PRIVO DI SENSI SULLE RIVE DI LAKE LOUISE. - per approfondimenti l'articolo segue a pagina 23.-

la foto sotto al titolo ritraeva la più famosa vista del lago dal punto di vista del paese, con le montagne a contornare lo specchio d'acqua.

Stava ancora guardando il titolo quando Francis chiuse il giornale e lo appoggiò davanti a se.

Gli occhiali spessi gli ingrandivano gli occhi facendolo somigliare ad un grosso gufo; i pochi capelli bianchi gli stavano ritti sulla sottile e fragile pelle della testa.

  • questi giovani!- esclamò lui con tono di rimprovero, alzando un dito e puntandolo dritto verso di lei.

  • ai miei tempi- lyla si chiese sarcasticamente se intendesse prima o dopo che la schiavitù venisse abolita.

  • i ragazzi non facevano queste cose! Non morivano a causa della droga. Non avevamo ne il tempo ne i soldi per permetterci quella robaccia. Dovevamo sgobbare tutto il giorno per mantenere la famiglia e il nostro massimo divertimento era bere qualcosa al bar se, e dico se, avevamo abbastanza denaro.-

quelli della vostra generazione non hanno più rispetto per niente, non sanno il valore di una vita ben vissuta; e se sapessero che quello che stanno facendo rovinerà irrimediabilmente la loro esistenza su questo pianeta, non lo farebbero. Perché lyla, la vita è una sola, l'uomo non è ne invincibile ne immortale.

In quelle parole c'era del vero, dovette ammettere lyla, ma non si poteva fare di tutta l'erba un fascio. C'erano ancora ragazzi come lei che avevano un buon lavoro, avevano rispetto per la famiglia e non si drogavano.

Ma togliere un'idealizzazione cosi forte e radicata dalla mente di un uomo anziano, sarebbe stato impossibile. Quindi annuì con aria severa sperando che questo bastasse ad accontentare Francis; temeva che non sarebbe riuscita a sostenere una conversazione di quel tipo, non quel giorno almeno.

Si sentiva strana, qualcosa la turbava ma non aveva idea di cosa fosse.

Fortunatamente il gesto di lyla sembrò soddisfarlo.

  • per fortuna che tu mia cara, sei stata cresciuta da due brave persone.

    Non tutte le coppiette appena fresche di matrimonio avrebbero accolto in casa un neonato, come fecero a suo tempo Saraph e Joseph.

  • Si sono stata fortunata.-

  • oh! perdonami tesoro, questo vecchio brontolone è suscettibile a questo tipo di notizie. Mi sono fatto prendere troppo. Ma dimmi, di cosa avevi bisogno?

  • Joseph ha bisogno di una latta piccola di rosso 255

Francis sembrò pensarci per alcuni momenti prendendosi il mento tra il pollice e l'indice della mano sinistra, la destra appoggiata a pugno sul fianco ossuto della sua gamba.

Poi come colto da una rivelazione si girò a frugare in un archivio pieno di cartelle muffite e fogli voltanti.

  • Francis , non sarebbe meglio se tenessi tutti i tuoi ordini e archivi in un computer? Sarebbe molto più semplice e ordinato....

  • cosa diavolo stai farneticando bambina!

    Il mondo stava in piedi anche prima che venissero inventati quegli aggeggi infernali; non ne ho bisogno, me la cavo alla grande cosi, grazie.

Detto questo si avviò barcollando verso il magazzino brontolando parole e molto probabilmente anche bestemmie varie; che lei non riusciva comprendere.

  • vecchio burbero- disse a bassa voce, temendo che nonostante l'età e la lontananza riuscisse comunque a sentirla.

mercoledì 18 maggio 2011

Enchanted -Eireen

Eccomi tornata! Chiedo scusa per la mia lunga assenza dal blog ma avevo finito capitoli da publicare e dato che ero troppo fuori di testa per riuscire a scrivere non avevo molto da fare purtroppo questo è un pessimo periodo >.<. Ma adesso spero di riuscire a tornare a scrivere con una certa regolarità. Intanto per farmi perdonare, stasera pubblicherò un pezzo bello lungo di Enchanted, sperando che vi piaccia. L'ho scritto adesso sul momento, e nonostante l'abbia riletto parecchie volte, potrebbero ancora esserci degli errori di forma o di ortografia quindi chiedo già scusa in anticipo! Poi appena Eradil avrà un pò di tempo ci darà un occhiata e me lo corregge! Intanto buona lettura e buona serata (o nottata dato l'ora) a tutti!
Bacioni! 
            Eireen


 

Enchanted
Cap.1pt.6

E lì seduta a terra dello squallido cesso di un aereo diretto in Irlanda le crollò addosso tutto il peso della vita   che aveva condotto negli ultimi otto mesi. Una vita fatta di eccessi e abusi, di relazioni brevi ed instabili basate solo sul sesso. Una singola lacrima evase per percorrere la morbida curva della sua guancia. "Chi è causa dei suoi mali pianga se stesso" dice il detto. E sebbene Roxane fosse consapevole di questo e di essere ormai arrivata a toccare il fondo sentiva che quella vita, quella sregolatezza quel vivere sempre al limite, sul filo del rasoio le impediva di cadere nell'oblio della depressione e dello sconforto. 
-Signorina tutto bene?- la voce della hostess la riportò coi piedi a terra...per quanto possano essere a terra su un aereo a trecento metri da terra.
Roxy si alzò da terrà e notò infastidita che star seduta in quel modo le aveva fatto addormentare le chiappe che adesso le formicolavano tremendamente.
Sì abbassò sul microscopico lavandino si sciaquò la faccia asciugandosela poi sulla maglietta dato che non c'era carta per asciugarsi le mani e uscì dal bagno; quasi finì addosso alla giovane hostess che la guardava con un'espressione mista fra il preoccupato e il dubbioso, forse pensava che mentre era chiusa nel cesso aveva tirato di coca o roba simile...beh non aveva tirato un bel niente ma un bel bicchierino di Chivas accompagnato da una paglia non le sarebbe dispiaciuto affatto, giusto per calmare un pò i nervi.
Senza rispondere all'hostess si avviò per lo stretto corridoio dell'aereo e si rimise al suo posto ignorando l'occhiataccia del prete, e fregandosene completamente delle regole che lo vietavano tirò fuori l'i-pod mise le cuffie alle orecchie mettendo il suo disco preferito degli offspring al massimo e pian piano si addormentò.

Cap.2 pt.1
Irlanda dolce Irlanda

Una mano sudata e appicicaticcia le toccò la spalla e la scrollò.
Roxane aprì svogliatamente gli occhi e lanciò un'occhiataccia al ciccione che le era seduto accanto sperando che così capisse di toglierle quell amano schifosa di dosso. Non che avesse qualcosa contro di lui! Ma essere toccati da uno sconosciuto già non è bello, peggio ancora se questo ha le mani lercie, infatti quando tolse la mano dalla spalla le rimase la sensazione di umidiccio. Raccolse lo zaino, vi infilò l'i-pod e si affrettò a mettersi in fila per scendere dall'aereo.
Il padre le aveva detto che sarebbe venuta a prenderla all'aereoporto un suo cugino figlio di un parente fratello di non sapeva chi che non aveva mai conosciuto...e ora si chiedeva com acavolo avrebbe fatto a riconoscerlo.
Ma non dovette aspettare troppo per scoprirlo. quando recuperò la sua valigia e uscì dal gate vide la folla di parenti e amici venuti a prendere i suoi compagni di volo, e notò sul lato appoggiato ad una colonna un giovane avvenente di decisamente bell'aspetto con un mazzo di fiori e un cartello in mano su cui era scritto a caratteri cubitali "ROXANE". 
Oh no! questo si che era imbarazzante. E sicuramente c'erano ben poche probabilità che ci fosse un'altra Roxane sullo stesso volo.
Imbarazzata si avviò verso il ragazzo e fece un tentativo di sembrare gentile salutandolo con la mano, giusto per partire col piede giusto. Il giovane donzello si guardò intorno come se fosse stupito che stesse salutando proprio lui.
quando gli fu di fronte gli tese la mano e si presentò ostentando quel poco di inglese che sapeva.-Hi! I'm Roxane Leroy, your cousin!-
Il tizio sgranò gli occhi sorpreso e disse.-Who?-
Oh cazzo e come facevo a spiegarglielo.- Emh Roxane, Richard's daughter. My dad...emh come cavolo si dice...mi ha spedita qui da Nizza... emh traveling me here from Nizza. No traveling è viaggiare come si dice mandare...-
- Excuse me lady, but i'm waitng for a music band. It comes from Spain.-
...Ah. Aveva capito poco ma abbastanza da dedurre che il tizio era li per una band e non per lei.
-A music band?-gli chiese.
-Yes "The Roxane"-
Oh...all'improvviso sentì un gran caldo salirle dal collo e il viso in fiamme. Boffonchiò delle scuse e si allontanò di gran fretta. Ecco quello si che era davvero imbarazzante appoggiò la valigia ad una colonna e vi si sedette sopra nascondendo il viso fra le mani.
Quando scemò l'imbarazzo, un'altra sensazione le nacque dentro...rabbia.
Era lontana chilometri e chilometri da casa, in un paese che non conosceva, di cui non conosceva neanche la lingua- e qui si pentì non poco di aver sempre copiato ai compiti di inglese- senza un soldo, ne un numero da chiamare. Sì, si sentiva decisamente in vena di strozzare qualcuno in quel momento.
Purtroppo, non potendo fare altro, rimase lì ad aspettare come una mongola- e forse passando anche per una barbona- che qualcuno si facesse viva per reclamarla.
E finalmente dopo un'ora che aspettava notò un ragazzo che arrivava di corsa e intanto guardava l'orologio preoccupato...e dato che non guardare avanti mentre si corre non è una cosa da furbi il tizio andò a sbattere contro un signore di mezz'età. Il giovane si scusò e si guardò attorno freneticamente finchè non notò Roxane. La fissò per qualche istante e finalmente si decise ad avvicinarla. - Sei tu Roxane Leroy?- disse in un francese stentato con un forte accento inglese.
La ragazza subito si alzò in piedi e gli si parò di fronte. -Sì! Sì sono Roxane la cugina lontana di Nizza! Quella che ha aspettato come un idiota per un ora che un cugino imbecille la venisse a prendere in un fottutissimo pidocchioso aereoporto di una fetida isoletta del cavolo chiamata Irlanda!- e qui si fermò giustò perchè doveva riprendere fiato. Sì sì lo sapeva, reazione esagerata, ma purtroppo era uno dei suoi difetti.
Il ragazzo la guardò insicuro.- Excuse me. Io non parlo bene francese. Can you speak more slowly? Più lentamente sì?-
Beh almeno non aveva capito gli insulti. Roxane si mise in spalla la sacca e prese la valigia.
-Lascia.- disse il ragazzo.Roxy lo guardò senza capire e lui indicò le sue valigie.- Your suitacases...emh...valige aye?-
Voleva fare il carino? bene! Gli lasciò cadere la valigia su un piede e sopra ci sbattè la sacca, un lamento di dolore gli sfuggì dalle labbra. Era il minimo visto che l'aveva fatta aspettare senza sapere se fosse venuto qualcuno.- T-H-A-N-K-Y-O-U - disse lentamente come se fosse stupido- Molto gentile!-
Lui le lanciò un occhiataccia, ma comunque raccolse le sue cose e le fece strada.
mentre camminavano Roxane notò che il cugino la guardava di sottecchi ma lei lo ignorava guardando ovunque tranne verso di lui.
Arrivati nel parcheggio la ragazza cercò di indovinare quale potesse essere la sua macchina. Si aspettava un rottame arrugginito, magari con un fanale rotto e senza maniglia da qualche parte.
Per questo fu parecchio stupita quando vide che si fermò davanti ad una Mustang Shelby GT 500 del 1967 nera con una striscia grigio scuro in mezzo. Sì sentì mancare il fiato. Accarezzò delicatamente la carrozzeria e sapeva che in quel momento le stavano brillando gli occhi. -E' tua?- chiese al cugino.
-What?-
-The car. Is it your?-
-Oh- annuì orgoglioso.- Sì è mia.-
Quandò finì di caricare i bagagli salirono in macchina ma prima di partire lui si girò verso Roxane e le porse la mano.- Io molto maleducato. Ho dimenticato di dirti il nome. I'm Jamie Wood. Nice to meet you.-
- Wood? Ma non è un cognome Irlandese!-
Lui la guardò per un attimo con la faccia stralunata poi riuscì a decifrare quello che aveva detto e riuscì a risponderle.- Mio padre è inglese. Mia madre,la sorella della tua mamma è la tua vera zia.-
La mia vera zia?- Ah forse tu vuoi dire la mia zia di sangue?-
Jamie le sorrise entusiasta.- Esatto! Mia madre di cognome prima di sopsarsi fa O'Connor.-
Dimentica di dover essere arrabbiata col cugino gli sorrise.
-I'm sorry for the delay but there was traffic, i didn't know the road and i had lost ...-
Roxane lo bloccò subito.-Hey hey fermati mi sona già persa a delay...-
-Scusa! Io mi dimentico di parlare in francese. Dicevo scusa per il ritardo ma c'era molte macchine io non conoscevo la strada e mi sono perduto. Ma poi sono arrivato-
-Beh meno male che sei arrivato! Già è stato tremendo dover aspettare lì come un'idiota per un ora!-
E di nuovo Jamie la guardava confuso.
Roxy scosse una mano.- Niente lascia stare. Andiamo a casa per favore sono piuttosto stanca è stata una giornata lunge e faticosa.-
-Great! Let's go home! Vedrai ti piacerà un sacco.- poi mise in moto la Mustang che si accese con un vigoroso rombo e finalmente fecero rotta verso casa O'Connor con un letto, coperte, cuscini e tanto tanto tanto fantastico dormire.

Qui vi aggiungo un'immagine della mitica Mustang Shelby GT 500 del 1967 ( si sono una fanatica di macchinone americane come Hummer, Dodge, GMC, ma soprattutto Ford Mustang >.<)

....beeeeeeeella *__*


E qui uno dei pezzi più famosi e simpatici dei The Offspring:



Un bacione
Eireen

lunedì 16 maggio 2011

Silver Moonlight 14°capitolo

Con delle compresse di garza e del disinfettante cominciò ad asciugare attentamente; la ferita ad una prima occhiata non sembrava essere grave, un taglio superficiale non troppo profondo lungo circa sette centimetri.

Il sangue però usciva copioso dalla ferita quasi avesse colpito un'arteria.

Il bancone dove stava il registratore di cassa sembrava il campo di battaglia della seconda guerra mondiale, il sangue si era racconto in più punti formando chiazze scure in contrasto con il legno chiaro.

  • ouch! Ehi tu, mi sta facendo male sai?-

  • si lo so ma se tu stai fermo il più possibile riuscirò a pulire la ferita...ecco fatto, un bel cerotto e dovresti essere a posto. Per fortuna non servono dei punti di sutura.
    Ce la vedevo già saraph a tirarti i piatti dietro per quello che hai combinato.

  • Già, beh ora è meglio che ti avvi o non troverai molto da comprare.

  • Come se ci fossero frotte di gente che corrono a comprare vernice e altri colori tutti i giorni!.

  • Poche storie ragazza mia, vai subito.

  • Va bene come non detto, vado.

Usci in fretta e furia dal negozio. La sottile neve che cadeva ormai da più di diciotto ore aveva reso le nere strade di lake louise una pista ideale per gli sciatori di fondo, ma un vero inferno per le auto che transitavano lentamente verso l'uscita o l'entrata della valle.

Con il naso all'insù respirò l'aria non proprio salutare che veniva dalla strada; un misto di fumo proveniente dagli scarichi delle auto e ozono, la neve non avrebbe smesso di scendere presto.

Quella di annusare l'aria era una strana abitudine che aveva da fin quando poteva ricordare. Le piaceva “sondare” l'ambiente in cui si trovava, l'aiutava ad ambientarsi a sentirsi più parte dello spazio, quasi potesse scoprire cose segrete e indicibili solo annusando l'aria.

In quel momento il grigio argento del cielo pesava sui tetti del borgo insieme al bianco candido della neve, il sole ben nascosto da settimane riusciva comunque a trasmettere la sua luce. il riflesso sembrava arrivare da tutte le parti e allo stesso tempo da nessuna in particolare.
Per i delicati occhi verdi di lyla quello era troppo, tenerli aperti entrambi risultava un'impresa impossibile; le era stato detto dal medico oculistico durante una visita di routine che capitava spesso che le persone con gli occhi chiari avessero difficoltà a sopportare gli accecanti raggi del sole, ma per lei era ancora più difficile, dato che era fotosensibile quindi sopportava ancora meno delle altre persone la luce e la pelle le si scottava più facilmente. Non usciva mai senza il suo paio preferito di occhiali: due enormi lenti nere incorniciate da un telaio altrettanto nero; se voleva uscire le erano necessari, camminare senza sarebbe stato come camminare al buio.

Stava quasi per voltare l'angolo della strada quando si ricordò di dover riferire a Francis il codice della tonalità di colore, sfortunatamente non se lo ricordava mai, un semplice numero a tre cifre che però continuava a dimenticare.

Ruotò su se stessa di 180° finendo esattamente sul piede di un passante.

Era sicura che sarebbero finiti entrambi gambe all'aria, l'impatto era stato abbastanza forte da spingere entrambi fino a farli cadere.

Ma un braccio forte la trattenne e riuscì a rimetterla in piedi, lyla un po scossa e mortificata per la sua sbadataggine si sistemò i capelli rosso scuro, che nello scontro le erano finiti davanti agli occhi.

Ma quando riuscì a districare la lunga massa selvaggia che le arrivava fino al fondo schiena, il tempo, come le era già successo quella mattina sembrò rallentare di nuovo

  • o dei, mi....mi scusi! Non...-

occhi grigio ghiaccio la fissavano freddi e un ciuffo di capelli rossicci le passò davanti agli occhi.

Come la volta precedente il momento passò e tutto tornò a scorrere normalmente come se non fosse successo nulla di tutto ciò.

Dello sconosciuto non c'era più nessuna traccia.

Per qualche attimo rimase congelata in una posizione di difesa, le braccia bloccate a mezz'aria dove il braccio dell'uomo l'aveva trattenuta cingendole la vita, il peso di quel tocco perdurava sul giacchetto di pelle di lyla anche se la mano dell'uomo non era più li.

La suoneria di un telefonino in lontananza le ricordò chi fosse e cosa dovesse fare.

Quando si accorse che il trillo veniva dalla sua borsa, si affrettò a ripescare l'oggetto scavando con apprensione nei sui meandri scuri e misteriosi dove spesso sparivano penne e chiavi per poi riemergerne improvvisamente mesi dopo.

finalmente riuscì a trovarlo ed emise un urletto esultante.

Quando si dice le piccole gioia della vita!

Il numero che appariva sullo schermo era quello del negozio. In quel momento si augurò che Jo non la chiamasse per dirle che stava morendo dissanguato.

-spero che tu non stia morendo sul pavimento del negozio jo, perchè sarebbe difficile mantenere la clientela con una macchia di sangue sul pavimento.-

-il tuo amore per il prossimo è ammirevole zucchina-

prima che avesse il tempo di formulare un insulto adatto in risposta all'orrendo nomignolo, Joseph, riprese a parlare attraverso il microfono.

-ma non ti chiamo per salvare la mia inestimabile vita.-

lyla alzò gli occhi al cielo. Felice che lui non potesse vederla. La vanità di quell'uomo era smisurata, se avesse visto quanto la irritava essere chiamata cosi avrebbe infierito ulteriormente.

-qual'è l'emergenza allora?-

-sorvolerò su questo tono scocciato cara-

si senti immediatamente in colpa per il tono duro che aveva usato nei confronti dello zio.

-hai ragione, scusami, ma a quanto pare oggi combino solo guai-

-è tutto ok piccola?-

-si zio, non è niente-

-sicura?-

non voleva farlo preoccupare per una cosa insignificante come il suo quasi incidente stradale di poco prima.

E non era neanche sicura che aver pestato il piede ad un passante fosse qualcosa di cosi rilevante da riferire.

Allora perchè si sentiva cosi inquieta? Come se stesse camminando sull'orlo di burrone?


Giveaway del romanzo "Il Passaggio" del blog Il Libro Eterno

passate a lasciare un commento in questo blog per avere una possibilità di vincere il romanzo di Justin Cronin "Il Passaggio".

http://illibroeterno.blogspot.com/2011/05/giveaway-di-compleanno-il-passaggio-di.html?showComment=1305531493937#c3465060619417102227

giovedì 12 maggio 2011

Teaser Thursday

Teaser Tuesdays è una rubrica creata da Should Be Reading


REGOLE:
  1. Prendi il libro che stai leggendo.
  2. Aprilo a una pagina a caso.
  3. Condividi un breve pezzo di quella pagina.
  4. Fai attenzione a non scrivere spoilers.
  5. Scrivi anche il titolo del libro e il nome dell'autore in modo tale che chi sarà stuzicato dal pezzo letto potrà aggiungere il suddetto libro alla sua wishlist.
"Burned" di P.C. & Kristin Cast

" Non per quelli che stanno li, però." Dallas le fece cenno in direzione delle ordinate casette del quartiere.
Da qualche finestra brillavano coraggiose delle luci, a dimostrazione che qualcuno era stato abbastanza previdente da acquistare generatori al propano prima che iniziasse la tempesta, ma gran parte della zona restava buia, fredda e silenziosa.

pag 133

lunedì 9 maggio 2011

Silver Moonlight 13°capitolo

l brivido venne a lei pensando ai due in quella situazione, lei non era una santa, ma qual'era quella persona sana di mente che pensava ai parenti in intimità senza rabbrividire?

  • lyla sei una guastafeste. Questa è una favola romantica da raccontare alle nuove generazioni che non credono possa esistere l'amore vero nella vita!-

  • joseph, lo sai vero che zia saraph è stata una pazza sconsiderata a salire sull'auto di uno sconosciuto che cercava di abbordarla sul ciglio di una strada nel mezzo della notte?, è preoccupante e non romantico se mai. Alle adolescenti di oggi si continua a ripetere di portarsi uno spray anti-aggressione in borsa per ogni evenienza, sei stato fortunato che ai vostri tempi queste cose non fossero ancora in commercio, saresti potuto finire in ospedale con la faccia ustionata invece di trovare la donna della tua vita.-

  • tu, cara mia, sai spegnere tutta poesia di un bel racconto d'amore con il tuo cinismo. Le disse in un tono di finto abbattimento.

  • No joseph, sono soltanto realista.-

  • sei acida.-

  • se lo dici tu.- gli sorrise di rimando con affetto.

Quelle erano scaramucce all'ordine del giorno al lavoro e a casa.

Il rapporto che avevano si discostava dalle tipiche relazioni tra parenti, preferendo avere qualcosa di simile all'amicizia pur mantenendo il rispetto.

  • tesoro stavo quasi per dimenticarmi di dirti che stamattina devo andare da Francis ad ordinare i colori che abbiamo esaurito la settimana scorsa. Ti ricordi per caso anche quelli che stanno per finire? Odio dover tornare due volte nello stesso giorno da quel vecchio scorbutico. Meno ci vado e più migliora il mio umore. Ti prego non guardarmi in quel modo!.

  • Jo io non ho assolutamente fatto nessuno sguardo è una tua vaga impressione. - lyla riusci a rimanere seria. Gli occhi però non riuscirono a mantenere la serietà della bocca e addolcirono il tono della frase. -Ma- ripartì all'attacco -sei sempre cosi cattivo nei confronti di quel povero vecchio; dopotutto è sempre solo e se tutti la pensano come te è normale che sia diventato burbero. Se proprio non te la senti, posso andare io.-

  • grazie lyl, mi faresti davvero un grandissimo favore.- Disse cominciando a rovistare tra le mille scartoffie nel sottobanco il libro dove veniva archiviato il materiale stipato in laboratorio, il conto delle latte di colori e le vernici, in modo che sapessero sempre di cosa si dovessero rifornire prima di rimanere senza.

  • Tranquillo, quel vecchio mi adora lo sai, e poi in ogni caso devo fare un giro per i boschi e il lago. Devo trovare sassi più grossi e nel mentre cerco qualche bel pezzo di legno per te, si lo so, solo da alberi già caduti.

Joseph rimase a bocca aperta e un dito alzato in segno di monito ma ormai lei gli aveva levato le parole di bocca, quindi lo riabbassò serio annuendo.

  • Brava ragazza, mi conosci bene. Vai pure allora io resto in negozio, anche se ancora per una settimana sarà abbastanza tranquillo.-

lyla raccolse in libro contabile e si avviò verso la porta, diretta al negozio di Francis Nolan, quando lui la richiamò.

  • ah lyl, credo che di rosso sia rimasta solo questa si latta le disse indicandole un barattolo di metallo color argento.

  • Sei sicuro zio? Forse è meglio controllare ed esserne sicuri, se necessario comprarne un'altra, almeno potremo risparmiare qualche dollaro.

  • Si hai ragione “zolletta mia”.-

  • JOSEPH! Piantala di chiamarmi cosi!-

lui spari velocemente nel retro bottega dal quale giunse una risata a pieno polmoni.

Quando torno teneva tra le mani un grosso cacciavite dalla punta piatta, con il quale cercò di fare leva sul tappo del barattolo.

  • questo...brutto...accidente...non vuole...aprirsi!-

  • vuoi un po' di spinaci braccio di ferro?-

  • no lyl gradirei un po' meno sarcasmo...quello...ahi!-

il cacciavite mancò il punto di congiunzione tra il barattolo e il tappo ferendo colpendo la mano.

Un lungo taglio si disegno sulla pelle sembrando un macabro sorriso.

  • merda che male. Lyla per favore vai in laboratorio sotto al bancone c'è un kit di pronto soccorso -

la voglia di scherzare era svanita, sostituita da una leggera preoccupazione.

  • dammi quella mano McGiver-

non riuscì ad evitare una occhiataccia da parte sua.

lunedì 2 maggio 2011

Silver Moonlight 12°capitolo

Doveva ammettere con se stessa che le era dispiaciuto molto lasciare il posto di barista al cafè, si trovava bene con i suoi colleghi; erano persone carine e gentili con lei, alcune volte era persino uscita con loro per vedere un film per poi andare a mangiare una pizza.

Erano per lo più ragazzi della sua età, ventiduenni che avevano preferito seguire le orme dei genitori e avevano cominciato ad aiutarli nelle attività di famiglia che li a lake louise erano molteplici.

C'erano gli impianti sciistici, i pub, e poi i numerosi hotel e i negozi che affittavano le attrezzature per lo sport. La cittadina continuava a rinnovarsi, le generazioni di proprietari si alternavano lasciando ai giovani il posto a capo dell'azienda di famiglia dando cosi loro l'opportunità di realizzarsi nel mondo del lavoro, rimanendo però vicino alla famiglia.

Citando un famoso film Lyla pensò: Lake Louise non è un paese per vecchi.

  • ehi bellissima! Buongiorno.-

  • Oddei Joseph, non ti avevo sentito mi hai spaventata a morte. Pensavo di essere arrivata prima di te.-

  • Joseph? Cavolo devo averti fatto prendere davvero un bello spavento se mi chiami col mio nome di battesimo e non “ziettino adorato”.-

Lyla alzò gli occhi al cielo in un finto gesto di esasperazione non riuscendo però a trattenere un sorriso.

  • lo sapevo che sarei riuscito a farti sorridere raggio di sole, che ci vuoi fare, sono irresistibile, tua zia non aveva nessuna possibilità di sfuggirmi il giorno che ci incontrammo la prima volta.

    Le è bastato...

  • ...parlare con te cinque minuti per capire che saresti stato l'uomo della sua vita. Si, la sappiamo tutti questa storia zio Joseph.-

la storia d'amore dei suoi zii era uno di quei mitici racconti che non viene mai smesso di raccontare quando si riunivano con gli amici.

Dovette ammettere con se stessa che era una storia tremendamente romantica. Addirittura fiabesca e se non vedesse con i suoi stessi occhi l'amore che avevano l'uno per l'altra da oltre vent'anni nella vita di ogni giorno stenterebbe a crederne l'esistenza.

Perché l'amore non dura per sempre.

Questo era quello che le veniva ripetuto da sempre, dagli amici, dai libri e dalla tv.

Pensare come la massa non era mai stato il suo forte.

  • mi è stato dato un cervello dalla natura e lo userò per conto mio-

era solita pensare. E cosi aveva sempre fatto, le idee che aveva in testa erano sue perché ci credeva e non perchè la società le imponeva di credere altrimenti.

Ma vedendo joseph e saraph come poteva non pensare che l'amore fosse per sempre?

Si erano incontrati quando jo aveva 18 anni e saraph 19, quando a lei si era guastata l'auto lontano dal centro. A quei tempi i cellulari ancora non erano cosi diffusi, ed era rimasta sola almeno quattro ore sul ciglio della strada rifiutando l'aiuto di almeno cinque uomini poco raccomandabili preferendo avviarsi da sola nel pieno della notte lungo la strada buia e isolata per raggiungere a piedi l'abitazione più vicina.

Dopo un paio di chilometri però era passato joseph, che l'aveva guardata nel suo abito blu scuro, con i capelli castano scuro e ricci lunghi fino alla base della schiena rimanendone stregato all'istante. si era fermato e le aveva detto – trovare una donna che balla da sola in mezzo alla strada è molto poetico e inquietante sai?- lei aveva pensato che fosse il tipico pesce lesso che ci provasse con una ragazza in difficoltà; con la bocca già aperta e una risposta piccata sulla punta della lingua, si era bloccata e non aveva saputo replicare adeguatamente mandandolo al diavolo, era stato in quel momento che lui l'aveva catturata con i suoi occhi, mandandole brividi lungo la spina dorsale.

L'unica cosa che le era uscita dalle labbra colorate dal rossetto alla pesca rosa era stata: - lo penso anche io, potresti accompagnarmi alla stazione di servizio più vicina?-

il resto del racconto cambiava versione a seconda di chi lo raccontava, lyla lasciava correre, pensando che volessero tenere per loro quello che era successo dal momento che saraphine era salita in auto, e sinceramente pensava che fosse molto meglio cosi, avrebbe perso di poesia sapere che probabilmente avevano fatto cose “indicibili” per tutta la notte del loro incontro.