giovedì 31 marzo 2011

Conversazioni Improbabili

buona giornata a tutti!
oggi tocca a me deliziarvi con un'altra conversazione improbabile che per ora, resta l'unica a cui ho assistito io personalmente.

al cinema a vedere Harry Potter e il Calice di Fuoco.
davanti a me due ragazze discutono della trama del film.

ragazza 1: oh ma tu sai com'è finito il film precedente io non me lo ricordo
ragazza 2 : si certo, si è scoperto che sirius black non era cattivo, ma era il padrino di harry.
ragazza 1: cavolo me lo devo essere perso questo pezzo.
ragazza 2: ma non li ha letti i libri?
ragazza 1: ma figurati se io perdo tempo a leggere libri!

no comment. davvero.

mercoledì 30 marzo 2011

Enchanted -Eireen


Enchanted
Cap.1 pt.1

Francia, Giorni nostri.
Roxane non era mai stata una tipa mattiniera.
Aveva sempre prediletto andare a dormire la mattina verso le sei e svegliarsi alle tre, quattro del pomeriggio. Peccato che ormai il suo tempo da nullafacente era finito.
Suo padre, Richard, stufo di vedere sua figlia girare per casa tutto il giorno in pigiama fino alle otto di sera e poi vederla uscire per rincasare ad orari improponibili, aveva ben pensato di trovarle un lavoro.
Almeno aveva avuto il buon gusto di trovarle un lavoro decente, peccato solo per gli orari.
Difatti alle otto in punto suo padre andò a tirarla giù dal letto con la solita poca delicatezza. Entrò nella minuscola stanza come un tornado facendo sbattere la porta contro il muro, si precipitò alle finestre e aprì le finestre e gli scuri. Meno male che era estate e c'era caldo, se fosse stato inverno Roxane sarebbe morta di freddo.
Borbottando si ritrasse sotto le coperte nacondendo la testa sotto il cuscino, c'era decisamente troppa luce per una che era abituata a vivere praticamente solo di notte.
Ma suo padre non non era certo tipo da arrendersi così facilmente afferò un lembo delle coperte e iniziò a strattonarle, ma la ragazza non demordeva le teneva saldamente sopra la sua testa.
-Roxy! Devi alzarti! Non vorrai fare tardi proprio il tuo primo giorno di lavoro?-
Roxanne sbuffò sonoramente e si alzò a sedere. - Non ci voglio andare! Sono stanca ho dormito solo due ore stanotte sarei uno zombie a lavorare e mi licenzierebbero comunque!
Suo padre strinse gli occhi e si mise le mani sui fianchi sbattendo un piede a terra. Pessimo segno. - Roxane Leroy! Te l'avevo detto ieri sera di non uscire e di andare a letto presto! Hai vent'anni devo ancora dirtele io queste cose? Tu adesso ti alzi ti prepari e fili a lavorare e fai in modo di farti assumere perchè se ti licenziano io non ho nessuna intenzione di mantenerti ancora! Non mi interessa se hai dormito poco!-
La ragazza accasciò sul letto e si coprì le orecchie col cuscino le urla di suo padre di primo mattino non erano il modo giusto per iniziare la giornata.
Sbuffò e chi aveva voglia di alzarsi così presto?
Se aveva capito bene il lavoro che le aveva trovato era in un bar sulla Promenade des Anglais quindi a poco più di cinque minuti a piedi da casa sua. Dalle nove del mattino fino alle cinque del pomeriggio come orari non era male perchè poteva uscire la sera, ma poi la mattina sarebbe stato un casino riuscire a svegliarsi.
Appena si accorse che suo padre aveva smesso di sbraitarle contro e che era uscito dalla stanza sì alzò dal letto e si infilò i primi vestiti che raccolse dal pavimento.
Guardandosi intorno si accorse che effettivamente la sua stanza era ridotta ad un porcile.
Il pavimento era ricoperto da una moquette di vestiti, la scrivania era ricoperta di cartaccie di merendine e chewingum che non aveva mai buttato nel pattume, tutte le scarpe che aveva erano buttate alla rinfusa per tutta la stanza e seppure questa fosse molto piccola fece fatica a trovarne due dello stesso paio si ripromise che tornata da lavoro quel pomeriggio avrebbe messo in ordine. Una volta vestita si affacciò al corridoio e quando vide che suo padre non era nei paraggi sgattaiolò in bagno. Non voleva che vedendola riattaccasse a urlarle di quanto fosse irresponsabile alla sua età e che doveva imparare a gestirsi da sola e bla bla bla quante sciocchezze.
Lei sapeva gestirsi benissimo da sola, solo che non ne aveva voglia.
Eppure non era sempre stata così fino a qualche mese prima era stata una ragazza responsabile e matura ma poi erano successe talmente tante di quelle cose contemporaneamente che aveva deciso che voleva ribellarsi.
Essersi comportata da brava ragazza non le aveva impedito di stare male quindi aveva deciso di concedersi un po' di libertà. Ovvio comportarsì in modo così irresponsabile e vivere una vita sregolata non la faceva star meglio, ne tantomeno risolveva i suoi prblemi, ma almeno si divertiva, riusciva a passare qualche ora in serenità coi suoi amici e per quelle poche ore stava bene. Quindi non aveva nessuna intenzione di cambiare le sue abitudini...per ora.

Infatuation - Eireen


Infatuation
Cap.2 pt.5

Dopo dieci minuti di silenzio imbarazzato da parte mia se non altro Roy si decise a parlare.- Ti va di andare da qualche parte? Tanto ci vorrà un po’ prima che quei due tornino…-
-No – risposi imbarazzata da tanta cortesia.- Preferisco stare qui un altro po’… ma tu vai pure se vuoi.-
Lui mi guardò e sorrise.- No resto qui, con te.-
Non saprei dire il perché ma quelle parole mi scaldarono dentro.
Seguirono altri dieci minuti di silenzio in cui facevo vagare lo sguardo intorno a me, guardando la gente che passava, persa nei suoi pensieri mondani. Poi Roy parlò di nuovo.
-Devi scusarmi sai?- mi disse e io lo guardai. Aveva proprio dei begli occhi.
-Per cosa?-
-Per l’altro giorno- sorrise- quando ti ho vista per la prima volta, e mi sono comportato in quel modo… ti chiedo perdono.-
Gli sorrisi a mia volta – Non ti preoccupare è tutto ok.-
-Sicura?-
-Certo, solo vorrei sapere…-
-Cosa?-
-Perché cavolo ridevi?-
Scoppiò a ridere probabilmente al pensiero del motivo che lo aveva spinto a ridere l’altro giorno.- Ridevo perché appena ti ho vista non ho potuto fare a meno di pensare che avevi la stessa espressione di mia cugina. Con le guance arrossate dal caldo… eri proprio carina…- a quel punto arrossì e voltò il viso dall’altra parte.
Io dal canto mio mi feci bordò e desiderai di essere inghiottita dalla terra immediatamente.
-Sei…sei molto legato a tua cugina?- gli chiesi più che altro per evitare di tornare a quel silenzio insopportabile.
-No la vedo solo una volta all’anno quando vado a trovare i parenti di mia madre in Francia, ma le voglio bene.- mentre ne parlava i suoi occhi si riempirono di dolcezza.
-È francese tua madre?-chiesi stupita
-Si, lei e mio padre si conobbero là e dopo tre mesi decisero di sposarsi.-
-Hanno fatto in fretta!-
-Si fu una decisione avventata. Si sono separati l’anno scorso dopo vent’anni di matrimonio.-
Lo disse col suo solito tono di voce piatto e incolore ma vidi un’ombra passare nei suoi occhi scuri.
-Mi dispiace- gli dissi.
-No. E stato meglio così sai? Ormai non si amavano più, si volevano ancora bene ma non c’era più amore tra loro.-
Non potei fare a meno di dargli ragione.
Non si può viver con una persona che non si ama.
-I tuoi genitori invece?- chiese dopo qualche minuto.
-Oh, mia madre fa l’avvocato, ma quando conobbe mio padre vent’anni fa era una disgraziata. Aveva più o meno diciott’anni, come me adesso, mio padre aveva undici anni in più.-
-Accidenti! Una bella differenza!-
Scrollai le spalle sperando di dimostrare indifferenza.- Già si può dire che fu quello il principale motivo del loro divorzio. E io.-
-Tu?-
Annuii.- Sì. Si sposarono in fretta dopo soli sei mesi che si conoscevano, mia madre era perdutamente innamorata di mio padre, ma evidentemente lui non provava gli stessi sentimenti.
Dopo sei mesi di matrimonio mia madre rimase incinta e mio padre cercò di convincerla ad abortire ma lei si rifiutò. Così un giorno mio padre fece le valigie e se ne andò.-
-Così? Senza neanche dire il perché?- sembrava che la cosa fosse assolutamente inconcepibile per lui.-Disse che un figlio in quel momento gli avrebbe rovinato la carriera. Diceva che non poteva permettersi di perdere tempo a crescere un figlio e altre cose simili. Quindi abbandonò mia madre e me.-

lunedì 28 marzo 2011

Silver Moonlight 8°capitolo

Levatasi i pochi indumenti che indossava e chiusa la porta a chiave si buttò sotto la doccia rivolgendo il viso al getto bollente di acqua che le scottava piacevolmente il viso; muscoli che non si era resa conto si aver tenuto rigidi si stavano sciogliendo grazie all'acqua al limite dell'ustione e alle gentili carezze del panno impregnato di oli profumati che usava per frizionare la pelle ed esfoliarla, rendendola di nuovo liscia e morbida.

La patina sottile di sale che le aveva ricoperto la pelle durante il sonno scendeva nello scarico della doccia insieme ai cattivi ricordi di quella notte.

Rinfrancata e riscaldata fin dentro al midollo delle ossa tornò verso la sua camera che non distava nemmeno cinque metri dal bagno con una nuova maglietta, biancheria intima e un paio di pantaloni di cotone rosa pesca che aveva ripescato dall'armadietto personale di Saraphine.

Ma qualcosa non quadrava.

La corrente d'aria che filtrava dalla porta della sua camera chiusa per metà non poteva essere cosi gelida; in effetti non avrebbe dovuto esserci nessuna corrente, quando era uscita dalla stanza la porta-finestra era saldamente chiusa. In inverno quando di notte non riusciva a dormire le piaceva uscire in terrazza e sentire la pelle che iniziava piacevolmente a pizzicare quando la pelle d'oca le si diffondeva in tutto il corpo facendo rizzare i piccoli peli biondi delle braccia e del viso.

Il freddo la faceva sentire viva, le faceva percepire la forza della natura sulla pelle, riusciva a calmarla nel profondo come nient'altro.

Ad ogni passo che compiva avvicinandosi alla sua stanza sentiva lo stomaco stringersi sempre di più, si era sempre fidata del proprio istinto, l'aveva sempre avvertita di chi fidarsi e chi tenere lontano.

In quel momento ogni singolo atomo del suo essere le stava gridando di voltarsi e scappare a qualsiasi cosa avesse trovato ad attenderla nella sua stanza.

Ma un altro sentimento prese forma in lei, la vecchia consapevolezza che il suo destino si sarebbe compiuto li sulle rive del lago ora l'attraeva irrimediabilmente verso la stanza e la stava spingendo ad aprire la porta per affrontare qualsiasi destino le avrebbe riservato il futuro.

Senza rendersene conto, si fermò, stando in piedi di fronte alla porta; osservandola con il cuore che batteva a una velocità che avrebbe steso persino un podista.

Fece un passo, poi un altro, le dita quasi sfioravano la maniglia di ottone lavorato, quando, dalle labbra le sfuggi un piccolo risolino isterico.

Nella mente le prese forma l'immagine di un vecchio film horror dove si sapeva che aprendo la porta, ci sarebbe stato l'assassino di turno con un'accetta pronta a colpire la protagonista in mezzo alla testa.

Lentamente spinse la porta. quella che prima era solo una leggera corrente d'aria gelida, divenne una piccola bufera che la investì mentre compiva i primi passi sul gelido legno del pavimento.

venerdì 25 marzo 2011

One book one life change 7°

Ciao a tutti! Approffitto l'occasione per chiedere venia a voi lettori dato che in questo periodo io e la mia socia abbiamo la testa fra le nuvole e pubblichiamo un pò in ritardo i post...sarà l'aria di primavera!

Per la puntata di oggi di One book, one life change ho scelto di presentare la serie dei Dark Hunters di Sherrilyn Kenyon.
Una serie in effetti lunghina ma decisamente mooooooolto apprezzabile! Al momento in Italia sono usciti quattro libri:
  1. Fantasy lover (1°)
  2. Notti di piacere (2°)
  3. L'abbraccio della notte (3°)
  4. Anche i diavoli piangono (14°)
Ovviamente qui in Italia non ci piace pubblicare i libri in ordine infatti sono passati dal primo, al quattordicesimo, al secondo e poi il terzo (WTF!).
Ma a quanto pare la Fanucci si è ripresa, infatti da maggio potremo trovare il 4° capitolo della serie "Danza con il diavolo" che tra l'altro sarà al prezzo speciale di 5.00 euro.

Questa è la coertina del primo libro: 
"Fantasy lover".


Trama:
Grace Alexander, 29 anni, è single da quattro anni dopo una terribile esperienza con un uomo egoista e insensibile. Ma la sua amica Selena sa esattamente cosa ci vuole per lei: ha per le mani un antico volume nel quale è custodito uno splendido esemplare di uomo, su cui è stata lanciata una maledizione che lo costringe a restare relegato tra quelle pagine per l'eternità, a meno che, con un incantesimo, non venga evocato al fine di diventare per un mese lo schiavo d'amore di colei che lo richiama. Julian il Macedone, metà uomo, metà dio, è così incredibilmente bello che ogni donna cade ai suoi piedi e ogni uomo finisce per odiarlo. Quando Grace lo evoca, Julian è già rassegnato e pronto a soddisfare ogni sua fantasia sessuale. Lei però ha in mente tutt'altro.

Questa invece è la copertina del capitolo che mi è piaciuto di più:
"Notti di piacere"


Trama:
Lui è Kyrian di Tracia, comandante macedone condannato a inseguire per l'eternità demoni spietati che abitano il mondo notturno a caccia di anime umane. Lei è Amanda Devereaux, una contabile che rifiuta di accettare e riconoscere i poteri di cui la natura le ha fatto dono. Vengono da mondi diversi e conducono esistenze antitetiche: tanto avventurosa e imprevedibile quella di Kyrian quanto monotona e piatta quella di Amanda. E quando Desiderius - il più pericoloso tra i demoni - inizierà a dar loro la caccia ammanettandoli l'uno all'altra, la necessità di combattere uniti li porterà a scoprire un'affinità che va ben oltre la semplice attrazione, penetrando nelle profondità più intime delle loro anime: Amanda troverà la via che la condurrà al cuore del guerriero per liberarlo dal dolore, mentre lui conoscerà la tenerezza. I loro destini saranno così legati indissolubilmente, e la loro unione sarà indispensabile per preservare un'umanità altrimenti condannata a brancolare nelle tenebre.

Vi metto anche a disposizione la lista di tutti i titoli scritti fin'ora:
1. Fantasy Lover
2. Notti di Piacere
3. L'Abbraccio della Notte
4. Danza con il diavolo
5. Kiss of the Night
6. Night Play
7. Seize the Night
8. Sins of the Night
9. Unleash the Night
10. Dark Side of the Moon
11. The Dream-Hunter
12. Fear The Darkness
13. Upon the Midnight Clear
14. Anche i Diavoli Piangono
15. Dream Chaser
16. Acheron
17. One Silent Night
18. Shadow of the Moon
19. Dream Warrior
20. Bad Moon Rising
21. No Mercy

Spero di essere stata utile a chi già conosceva questa serie e di aver messo la pulce nell'orecchio o incuriosito chi ancora non conosceva questa scrittrice.
Buona lettura! Un bacione a tutti.
                                                
                                                XOXO                                                        
                                                         Eireen


mercoledì 23 marzo 2011

Enchanted -Eireen


Enchanted
Prologo
Sud della Francia 1478
Doveva correre, scappare il più lontano possibile. Doveva trovare un posto in cui nascondersi, se l'avessero presa sarebbe stata la fine, tutti gli sforzi compiuti fino a quel momento sarebbero stati vani, anni di ricerche e di duro lavoro sarebbero andati in fumo.
Doveva sbrigarsi, alle sue spalle sentiva i latrati dei cani e le urla degli uomini che le davano la caccia. Aveva bisogno solo di un po' di tempo per un'ultima magia,poi poteva andare in contro al suo destino.
Con la coda dell'occhio notò un vecchio mulino. Sì, come nascondiglio poteva andare bene.
Richiese un ulteriore sforzo alle sue gambe per poter correre più veloce e raggiunse il mulino in meno di un minuto.
Purtroppo era una struttura vecchia e la serratura era arruginita e la maniglia non si mosse di un centimetro. Si spostò di qualche centimetrò e fissò la porta intensamente – Aperio! - Si sentì uno scricchiolio e la porta finalmente si socchiuse.
La ragazza si infilò all'interno e sigillò la porta alle sue spalle così avrebbe guodagnato un po' di tempo.
Salì le scale e si intanò al piano più alto del mulino. Tirò fuori il sacchetto dove teneva il Grimoire, i gessetti e le candele e iniziò i preparativi per l'incantesimo. 
-Dividiamoci in due gruppi! Voi continuate a cercarla per i campi noi controlliamo il mulino!-
Eloise alzò la testa di scatto. Ci avevano messo meno tempo di quello che si aspettava. Cominciarono a tremarle le mani, entrò nel cerchio e lo chiuse alle sue spalle sparese i petali di violetta ai suoi piedi e potè cominciare il rito. Estrasse la catenella con la pietra di luna era l'unico oggetto di sua proprietà che poteva usare come contenitore.
La portà cominciò a scricchiolare sotto ai pesanti colpi dell'ariete. Grazie alla magia poteva resistere ancora un po' ma non avrebbe tenuto a lungo.
Consapevole che l'ora della sua fine si stava inesorabilmente avvicinando Eloise accellerò il ritmo della cantilena per finire l'incantesimo, ma le si spezzò la voce, le frasi interrotte dai singhiozzi le calde lacrime salmastre le finivano sulle labbra e giù lungo il mento finchè le gocce non si staccavano dal suo viso per finire sul Grimoire sbavando l'inchiostro e rendendo illeggibili le parole.
Non voleva morire, ma doveva cedere la sua vita affinchè si potesse compiere il destino o l'umanità era destinata a morire in un futuro così lontano da quella notte.
Al piano di sottò si sentì la porta andare in frantumi e i passi delle guardie che entravano nel mulino.
Quando l'incantesimo fu completato il ciondolo emanò una lieve luce lillà e Eloise vi ripose al suo interno il Grimoire, una lettera chiusa col sigillo dell'ordine e infine vi legò la sua anima in modo che quando la prescelta avrebbe trovato il ciondolo Eloise avrebbe potuto guidarla sulla via giusta ma fino ad allora sarebbe stata relegata in un limbo ne viva ne morta senza un corpo fisico e senza essere morta, tutto questo la spaventava ma era necessario. Con un sospiro fece il suo ultimo incantesimo affinchè la pietra di luna andasse nelle mani dell'antenata della ragazza predestinata in modo che gli fosse tramandato di generazione in generazione.
I passi degli uomini si facevano sempre più chiari mentre salivano su per le scale ed Eloise vide il ciondolo scomparire poco a poco dalle sue mani.
Sfinita si accasciò a terra la fronte imperlata dal sudore per lo sforzo di aver usato tutta la sua magia, sentiva le forze abbandonarla a poco a poco, il battito debole del suo cuore che si affievoliva ad ogni secondo che passava le rimbombava nelle orecchie e quando infine i suoi aguzzini entrarono nella stanza in cui si era nascosta trovarono solo il corpo di una ragazza, un guscio vuoto, morto. La sua anima legata ormai a guella piccola pietra quasi insignificante, che avrebbe cambiato il destino di tutta l'umanità.

potete trovare il mio racconto anche su efp:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=682498&i=1

                                                    Baci 
                                                           Eireen

Infatuation - Eireen


Infatuation
Cap.2 pt.4

-Buongiorno!- dissi salendo in macchina.
-‘Giorno - risposero all’unisono.
Josie abbassò il parasole del passeggero e mi lanciò un’occhiata dallo specchietto mentre si passava il lucidalabbra – Mi sembri stanca, non hai dormito stanotte?-.
Soffocai uno sbadiglio – Altrochè se ho dormito, solo che ieri sera a lavoro c’è stata molta gente quindi abbiamo finito tardi-.
-Oggi ci sarà anche Roy con noi, spero che per te non sia un problema-.
-No nessun problema…ma chi sarebbe Roy?-
-Il coinquilino di Gale- mi ricordò Josie.
-Oh è vero che me ne avevi parlato- dissi rivolta a mio cugino. Mi sentii sollevata almeno non avrei dovuto passare l’inera giornata sentendomi di troppo.
La casa di Gale era situata, se avevo capito bene, a dieci chilometri dalla costa verso il centro della città e richiedeva circa un quarto d’ora di viaggio in macchina.
La villetta era carina vista da fuori. Era di un giallo scuro con le imposte verdi con un giardino sul davanti col il prato abbandonato a se stesso che rovinava un po’ l’immagine generale.
-Accidenti!- esclamai – proprio bella, ma credo che se vi prendeste la briga di curare il giardino sarebbe anche meglio-
-In effetti mettere a posto il giardino è nella lista delle cose da fare-
-Ma deve costarvi una fortuna l’affitto di una casa così!-
-Non esattamente, la casa è del nonno di Roy. Visto che era vecchio e solo ha deciso che questa casa era troppo grande per lui e l’ha ceduta a Roy e a noi facendoci pagare la metà della tariffa normale dell’affitto- Gale mi sorrise soddisfatto.
Una volta entrati in casa notai che da dentro sembrava molto più grande di quanto non lo sembrasse da fuori. A due piani comprendeva al piano superiore quattro camere da letto e un bagno mentre al piano inferiore cucina, sala da pranzo, e salotto a cui era stato addossato un tavolo da biliardo.
-Carina davvero!-
-Grazie!- mi voltai verso la persona che aveva parlato e ci rimasi di sasso.
-Oh ciao Roy!- lo salutò mio cugino.
Il suddetto Roy stava scendendo dalle scale con fare da modello…bhè c’è anche da dire che sembrava davvero un modello bello com’era. Inoltre era lo stesso ragazzo che il giorno prima al bar mi aveva riso in faccia...fantastico.
Quando fu a qualche passo da me mi porse la mano destra – Piacere, io sono Roy-
Lo squadrai senza porgergli la mano – Daisy - gli dissi aspra.
Mio cugino mi lanciò un’occhiataccia ma non disse niente. Josie guardò prima me poi Roy. – Bene! Se voi maschietti preparate il barbecue io e Daisy apparecchiamo e prepariamo il contorno- detto ciò mi prese per un braccio e mi trascinò in cucina.
-Allora?- mi chiese – che bisogno c’era di essere così scortesi?-
-Non sono stata scortese, l’ho solo ripagato con la stessa moneta!- dissi truce incrociando le braccia sul petto.
-Ma di che cavolo stai parlando?-
-Quel tipo- risposi con veemenza, puntando un pollice all’indietro, a indicare il punto dove erano i ragazzi –quel Roy non mi piace neanche un po’-
-Ma perché? Insomma non lo conosci neanche-
Esitai a rispondere in fondo mi sentivo un po’ infantile per il mio atteggiamento – Ha riso di me…-
-A me non è sembrato. Si è solo presentato-
-No non oggi.- sospirai.- Ieri quando è venuto all'Arnold , mi ha ordinato un cappuccino io glie l’ho preparato ma lui mi fissava e poi è scoppiato a ridere…- ero imbarazzatissima per quella dichiarazione.
-Ci credo che ti fissava! Ma dico ti sei vista ultimamente?- io mi toccai il viso come se avessi
qualcosa che non andava ,e lei alzò gli occhi al cielo.- Sei uno schianto Daisy. Sul serio in questi ultimi nove mesi sei cambiata molto e tutto in meglio. Senza contare che già prima eri un tipetto niente male.-
Ecco adesso si che ero veramente imbarazzata, mi sentii il viso in fiamme.
La guardai senza sapere bene cosa dire.
- Comunque questo non spiega perché si è messo a ridere in quel modo…-
-Anche Gale dice sempre che Roy è un tipo strano, e che non sempre si comporta in modo normale…dai non preoccuparti.-
-Inspirai profondamente e mi stampai un sorriso in faccia-Ok-
-Bene! Tu apparecchi e io preparo l’insalata e le salse?-
Finito di apparecchiare tornai in cucina ad aiutare Josie ma dato che ero totalmente incapace anche solo di mescolare la salsa mi limitai a mettermi seduta e guardarla lavorare. Dieci minuti dopo i ragazzi portarono in casa gli hamburger cotti e ci sedemmo a pranzare. Fu un pranzo piacevole ed ebbi modo di conoscere meglio Roy. Mi dovetti ricredere e ammettere che in fondo era divertente, oltre che intelligente, e tutto questo si aggiunge al fatto che fisicamente era decisamente attraente.
Nel pomeriggio decidemmo di andare in spiaggia a fare due passi e Gale e Josie dopo mezz’ora neanche se ne andarono per i fatti loro lasciandomi sola con Roy.

lunedì 21 marzo 2011

Silver Moonlight 6°Capitolo

Lyla nel suo letto continuava ad agitarsi inquieta, il potere che emanava da quella creatura apparentemente umana veniva misteriosamente percepita dal suo corpo; cercava di avvertirla del pericolo che incombeva su di lei.

  • Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!-

il silenzio della camera venne infranto da un agghiacciante urlo muto, le urla non le uscivano dalla gola, ma dalla testa.

Il grido le risuonava ancora tra le povere ossa doloranti del cranio quando si mise a sedere appoggiandosi alla testata del letto.

Le mani tremanti, sudaticce e fredde come quelle di un cadavere corsero alla testa cercando di tenere insieme le ossa che sembravano volersi disintegrare.

Cercò di rilassarsi tirando lunghi respiri regolari come aveva visto fare alla tv mille volte alle persone con un attacco di panico; il fiato corto le faceva bruciare i polmoni in modo quasi insopportabile, ma ora che la testa sembrava di non rischiare più l'esplosione, si tirò le gambe al petto abbracciando le ginocchia con entrambe le braccia e appoggiando la fronte alle torule sporgenti.

Il sogno, o quello che credeva fosse stato un sogno stava rapidamente svanendo dalla sua memoria come una tela dipinta, bagnata dalla pioggia.

Più cercava di afferrarne i particolari, più quelli le sfuggivano, lasciandola con niente di più di qualche particolare confuso; una mano stretta alla gola di uno sconosciuto, un paio di meravigliosi occhi grigi dal taglio obliquo, sangue sull'acciottolato di un vialetto che avrebbe potuto portare ad una villa ma anche in un parco pubblico, lyla non ricordava abbastanza per poter dare una sequenza logica al film nella sua mente.

venerdì 18 marzo 2011

One book one life change 6°Appuntamento [Eradil]

dunque questa settimana tocca a me proporvi un romanzo che ha avuto una forte impressione nella mia vita di lettrice.
oggi vi parlo di Icemark di Stuart Hill.
è un romanzo fantasy, semplice ma allo stesso modo forte e avvincente, primo della trilogia delle cronache di Icemark (The Icemark chronicles).
è composta da: icemark (the cry of the Icemark), Lama di fuoco (Blade of fire) e Last battle of the Icemark.
come avrete notato l'ultimo libro della trilogia è solo in inglese, questo perchè in italia non è mai stato pubblicato l'ultimo libro.
questa grossa pecca dell'editoria italiana non riguarda solo questa serie ma purtroppo, moltissime altre che hanno un pubblico molto vasto che ne richiede la pubblicazione.
speriamo che queste voci non rimangano inascoltate e che mettano in commercio anche gli altri volumi.
detto questo vi lascio la scheda tecnica di un libro che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Titolo: Icemark
Autore: Stuart Hill
Anno:2005
Pagine:523
Editore: Fabbri

Mancano pochi giorni alla festa di Yule e al quattordicesimo compleanno della principessa Thirrin, ma la neve tarda a cadere. Senza la sua protezione di gelo e di ghiaccio, il regno di Icemark è indifeso. Così, quando il potente Impero del Polypontus attacca i suoi confini, il re è costretto a partire per al guerra. La giovane e intraprendente principessa, affiancata dal suo precettore e da un figlio di strega, diventa reggente di Icemark e conduce il suo popolo a nord, in cerca di una terra sicura. Superando antichi pregiudizi, la futura regina stringe alleanza con i popoli più inaspettati e combatte a fianco di vampiri, querce, leopardi delle nevi e uomini-lupo per respingere gli uomini di Polypontus.

mercoledì 16 marzo 2011

Infatuation - Eireen


Infatuation
Cap.2 pt.3

Che schifo di scuse. Mi vennero le lacrime agli occhi per la rabbia. Aveva ragione la nonna, io ero venuta in California per tenerle compagnia, lasciando a casa i miei affetti, e lei non c’era mai. Strappai il biglietto e andai in bagno a darmi una pultia. Vedendo il mio riflesso nello specchio dietro la porta notai che non ero più pallida come quando ero arrivata una settimana prima, anzi la mia pelle era diventata di un colore ambrato. “Bhè ovvio scema che non sei altro”mi dissi “siamo in california”. Erano già le tre quando finalmente riuscii a infilarmi a letto ed ero veramente parecchio stanca, i piedi mi pulsavano per essere rimasta in piedi per tutta la sera, la testa mi pulsava e sentivo le palpebre estremamente pesanti e pian piano il ritmo del mio respiro mi guidò verso il mondo dei sogni.
Sognai grandi praterie con foreste ai suoi limiti. All’inizio ero distesa su una coperta e osservavo il cielo stellato sopra di memi senivo così rilassata e in pace con me stessa.
Una mano pallida entrò nel mio campo visivo, io l’afferrai e ridendo e ridendo alzai il volto per fissare gli occhi in quelli del ragazzo. La mano apparteneva al ragazzo del bar quello che aveva riso di me. Ma come mai non ero sorpresa? Come potevo starmene lì serena a fare gli occhioni dolci a quel tizio maleducato? Il ragazzo mi sorrise e mi passò la mano intorno alla vita stringendomi vicino a se e cominciammo a ballare fra l’erba che frusciava al nostro passaggio. Io ridevo felice di essere lì, felice di essere con lui. Lui mi guardò negli occhi e si abbassò su di me col chiaro intento di baciarmi…DIN-DIN DIN-DIN DIN-DIN.
Mi vegliai di soprassalto con un mezzo grido.
Erano le nove e mezzo.
Avevo dormito sei ore ma mi sembrava che fossero passati solo cinque minuti e il mal di testa non mi era neanche passato. Spensi la sveglia e mi ributtai sul letto coprendomi gli occhi con un braccio. Ma che razza di sogno stavo facendo? Perché il cavaliere del mio sogno era quel ragazzo e non Gas? Sentivo uno strano peso al petto, e che si trattava dei sensi di colpa. M in fondo non avevo certo potere decisionale sui miei sogni! Sbuffai e finalmente decisi di alzarmi dal letto.
Chiamai Gale per farmi venire a prendere… non sapevo ancora dove abitava. In mezz’ora mi lavai, vestii e feci colazione. Il sogno chiuso nel dimenticatoio in un angolino buio e polveroso del mio cervello.
Un colpo di clacson mi avvertì che Gale era arrivato.
In macchina insieme a lui c’era Josie ovviamente, erano sempre insieme e cominciai a sentirmi esclusa e un filo gelosia si insinuò nel mio cuore, Josie era la mia migliore amica e Gale mio cugino e vedere che di me non avevano più bisogno mi faceva arrabbiare, senza contare che stando con loro il dolore per l’assenza di Gas si faceva insopportabile.
Scossi la testa per scacciare quei pensieri e mi stampai un sorriso in faccia, dopotutto ero estremamente felice che fossero cosi felici insieme.

Al prossimo appuntamento!!!
                                               XOXO 
                                                          Eireen

martedì 15 marzo 2011

2000!



e siamo a 2000 visitatori!
grazie mille a tutte le persone che visitano il nostro blog e che apprezzano il nostro lavoro di scrittrici in erba.
noi lavoriamo per voi per farvi leggere quello che esce dal nostro cuore e dalla nostra mente.
ringraziamo i followers, i nostri lettori fissi e anche quelli che passano anonimamente.
per ultima cosa vi ricordiamo che potete commentare tutti i nostri post, apprezziamo veramente molto i vostri commenti e non vediamo l'ora di discutere con voi i dettagli delle nostre storie.

Eradil & Eireen

Attacco nel Tunnel di Thorbjörn Magnusson



La situazione, per Gurni TestadiRoccia, era abbastanza critica. Lui e la sua guarnigione di trenta nani si trovavano all'imbocco del passo di Karad'Zan, unico accesso del versante ovest al regno dei nani, e davanti a loro vi era l'esercito nemico più grande che nano avesse mai visto. Intere schiere di bestiali orchi, goblin e creature infernali, capeggiate dall'ignobile Ruben AsciaOscura e i suoi nani del Chaos, maledetti, corrotti ed assetati di sangue fraterno.

Già il fatto di trovarsi vicino ad un nano del Chaos fece dapprima rabbrividire per poi infuriare Gur­ni, ma lui conosceva personalmente Ruben, era stato suo amico per decenni... prima che l'influenza dei Dei del Chaos lo rendesse schiavo di vendetta e sangue. Ora poteva solo infuriarsi contro quei Dei meschini e sperare di mettere fine alle sue sofferenze.

La situazione cominciava ad essere angosciante: le prime due difese erano state abbattute, le trincee esterne erano state conquistate dal nemico senza troppa difficoltà e avevano spinto i difensori sem­pre più all'interno per intrappolarli. Ma Gurni aveva ancora un asso nella manica, restava ancora un meccanismo di difesa che, forse, poteva capovolgere le sorti della battaglia: Vi erano centinaia di condotti scavati nella nuda roccia del tunnel che, collegati da un sistema di canalizzazione, portava­no direttamente alla fortezza di Karad ed esattamente alla sala del calderone. Girandosi ver­so l'ulti­ma fila di nani, dove stazionavano i messaggeri sui pony, gridò il suo ordine con rabbia e decisione e i pony partirono al galoppo.

Nel giro di pochi minuti, un forte rumore e gorgogliante ed un odore acre invasero il tunnel... la guarnigione di Gurni indietreggiò velocemente fino ad una zona sicura mentre il nemico, deconcen­trati dallo strano e frastornante suono, restava fermo guardando il soffitto del tunnel in attesa di ca­pire. Soltanto Ruben ed i suoi nani avevano capito la situazione e, dopo aver constatato che urlare ordini di ritirata era inutile visto che tutti erano come paralizzati sul posto, lui ed i suoi nani del Chaos corsero indietro verso l'uscita del tunnel.

Tutto successe in poco tempo: dalle migliaia di condotti del soffitto cominciò a colare quello che a prima vista sembrava metallo fuso, cadendo sull'esercito nemico. Cadendo, ustionava, lacerava, di­struggeva, fondeva qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino, roccia esclusa... ed andava a defluire in speciali canali poco profondi (ma con una certa pendenza) scavati nel pavimento che portavano a stanze di raccolta laterali. La carneficina fu spietata e assoluta, quasi tutto l'esercito ne­mico venne abbattuto... perfino qualche nano del Chaos perì in quell'attacco, non essendo stato ca­pace di mettersi in salvo in tempo. Ruben guardò con rabbia ed insoddisfazione la carneficina ed i nani di Gurni, maledicendoli in lingua arcana, per poi uscire dal tunnel e fuggire. Il regno dei nani era ancora salvo, per questa volta avevano vinto.

lunedì 14 marzo 2011

Silver Moonlight 5°capitolo

Il ritmo costante dei passi si arrestò di colpo facendo ripiombare tutto nel silenzio.

La figura di un uomo alto se ne stava ferma sotto alla terrazza di Lyla, diffondendo tutto intorno a se un'aura di potere nero.

Sebbene la temperatura fosse di parecchi gradi sotto lo zero, indossava solamente un completo elegante nero lucido, di un materiale simile alla seta, se la luna l'avesse illuminato con i suoi raggi argentei sarebbe brillato quasi avesse una luce interna a farlo risplendere.

Le mani belle dalle lunghe dita tornite e mascoline emergevano dalle maniche, pallide quasi quanto la neve che bagnava i pantaloni del completo dal taglio perfetto.

Dal polso una goccia scarlatta scendeva attraverso il palmo facendosi strada tra le pieghe morbide della pelle fino ad arrivare sul dito medio per poi cadere sulla neve, in cui scavava strade cremisi con il suo calore.

Piegò la testa di lato, chiudendo gli occhi e rivolgendo il viso verso l'alto, annusando un dolce profumo che solo lui avrebbe potuto annusare, nemmeno gli animali con l'olfatto più sviluppato degli umani lo avrebbe potuto intercettare.

Un sorriso storto e maligno salì alle sue labbra mostrando appena la fila di denti perfettamente dritti e bianchi.

Senza nessun preavviso, l'uomo caricò tutto il penso sulle ginocchia spiccando un salto che nessun essere umano avrebbe potuto compiere con le sue limitate capacità.

Allargò le braccia per mantenere l'equilibrio atterrando pesantemente sul terrazzino, appoggiando una mano a terra per non finire con la faccia sul pavimento e con l'altra ancora sollevata in aria.

La frangia di capelli castano chiaro che gli scendeva ai lati del viso gli coprì gli occhi nascondendo cosi lo sguardo grigio ferro, freddo e sanguigno che urlava morte ad ogni battito di ciglia.

venerdì 11 marzo 2011

One book one life change 5° Appuntamento [Eireen]

Diana Gabaldon
"The Outlander"












Nel 1945 Claire Randall, un'infermiera militare, si riunisce al marito alla fine della guerra in una sorta di seconda luna di miele nelle Highland scozzesi. Durante una passeggiata la giovane donna attraversa uno dei cerchi di pietre antiche che si trovano in quelle zone. All'improvviso si trova proiettata indietro nel tempo, di colpo straniera in una Scozia dilaniata dalla guerra e dai conflitti tra i clan nell'anno del Signore 1743. Catapultata nel passato da forze che non capisce, Claire si trova coinvolta in intrighi e pericoli che mettono a rischio la sua stessa vita e il suo cuore.


Come promesso riconosco il merito alla mia socia Eradil di avermi fatto conoscere questa fantastica serie.
Intrigante e assolutamente affascinante la trama ti trascina in un vortice che non si può fermare finito il primo libro infatti sono corsa in libreria a cercare il seguito come una povera ossessa ^_^
L'avrò riletta non so quante volte ed ero in totale stato di venerazione per Claire donna dal carattere forte che ho preso come uno dei miei modelli di vita ( assieme ad Anita ), e ovviamente per Jamie...che se fosse reale ho sempre detto che sarebbe il mio uomo ideale ^_^

Buona lettura!
XOXO Eireen

giovedì 10 marzo 2011

Conversazioni con un imbecille....


Parlando con un amico:
Lui: Cos'hai fatto di bello oggi?
Io: Ho comprato dei libri ^_^
Lui:.....Da bruciare nel camino per quest'inverno?
Io: F+_ _+_i  -.-'''''''


mercoledì 9 marzo 2011

Infatuation - Eireen


Infatuation
Cap.2 pt.2

Un paio d’ore dopo arrivò Gale e mentre mi parlava scoppiò a ridere anche lui. Ma cos’era? Mi stavano prendendo in giro?
-Perché cavolo stai ridendo?- gli chiesi secca.
Sentendo il mio tono cercò di darsi un contegno. –No, niente. Piuttosto ho una cosa da chiederti.-
Lo guardai con sospetto. –Cosa?-
- Lavori domani?-
-No perché?… Non vorrai mica organizzarmi un appuntamento con uno dei tuoi amici strambi vero? E poi ho già il ragazzo, e…-
-No, no niente appuntamento. Volevo solo sapere se ti andava di venire a pranzo da me, per vedere casa mia.-
-Oh! Ma certo sarà un piacere…niente in contrario per i tuoi inquilini vero?-non si sa mai.
-Max è in Brasile. E per Roy il problema non esiste. Non è molto socievole ma sicuramente si chiuderà in camera sua a studiare o a fare quello che fa di solito in camera sua .-
-Va bene- gli schioccai un bacio sulla guancia e tornai al lavoro.
La serata proseguì tranquilla la gente andava e veniva e incontrai anche qualche vecchio amico di infanzia che non vedevo da parecchi anni.
Finalmente l'afflusso di clienti era diminuito e ormai nel locale erano rimasti solo gli ultimi clienti e alle due staccai. Non mi sentivo più i piedi, ero sudata e stanca, ma ero soddisfatta, finalmente facevo qualcosa di concreto mi ero decisamente stufata di stare in casa a non fare niente, mi sentivo sprecata. Inoltre avevo rimediato dieci dollari di mancia.
“Veramente niente male” mi congratulai con me stessa.
Decisi di tornare a casa passando per la spiaggia. Adoravo il mare di notte, illuminato dalla luce delle stelle e della luna. Era la cosa che mi era mancata di più in assoluto. La sabbia sotto il mio piede era fragrante e il rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia come al solito mi ipnotizzò. Vagai con la mente, lasciai andare i miei pensieri alla deriva. Pensai di nuovo a Gas. Nonostante il dolore che mi provocava pensargli, non farlo era impensabile, oltre che impossibile.
Ripensai elle sue dolci labbra che mi sfioravano l’orecchio e mi sussurravano parole d’amore copiate dai miei libri preferiti. Quelle stesse labbra che mi sfioravano il collo in una gentile ma insistente richiesta di aprirmi a lui completamente. Una richiesta a cui non avevo mai risposto di sì e ora me ne pentivo. Le sue mani che scivolando sul mio corpo lo risvegliavano, e lasciavano segni bollenti al loro passaggio. Avrei voluto averlo qui con me, per sentire di nuovo i suoi occhi su di me assieme alle sue mani.
Scossi la testa cercando di scacciare quei pensieri. Tornai con la mente al ragazzo strano che aveva riso di me, ma stavolta non provai rabbia, solo curiosità. Era un bel ragazzo, davvero bello. Altissimo almeno trenta centimetri più di me. Gli occhi talmente scuri da perdercisi dentro,molto chiaro di pelle e i capelli erano neri come l'onice, il che faceva risaltare tantissimo il suo pallore. Bello. Fu questo il primo pensiero quando lo vidi ora che ci ripenso. Molto bello. 
Tirai fuori il mazzo di chiavi ed entrai in casa. Mi avviai in cucina dove trovai un altro biglietto della nonna.

Daisy,
domani starò fuori tutta la giornata. Quando ti svegli vai a casa di Gale. Ti terrà d’occhio per conto mio. Scusa tanto se non sono molto in casa, so che se qui per farmi compagnia e invece non ci sono mai. La vita è breve tesoro e bisogno godersela. Io ormai ho ottantasette anni e non so quanto durerò ancora, ma so che voglio spremere il tempo che mi resta fino in fondo.

Baci
La nonna.


 Per oggi mi fermo qui ^_^ alla prossima settimana un bacione
                             XOXO
                                             Eireen


martedì 8 marzo 2011

8 Marzo...





"Il volto di una donna nudo e disadorno è bello come la luna e ugualmente misterioso"
Hector Eisenberg 
La storia dell'8 marzo

Nel 1908 un gruppo di operaie di un'industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma l'8 Marzo il proprietario dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica.
Quando scoppiò l'incendio le operaie restarono bloccate all'interno della fabbrica e 129 donne persero la vita.

Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano solo di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo degli abusi, e sfruttamenti che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli.

L'8 Marzo non è una festa gioiosa e commaerciale come l'abbiamo resa noi ai giorni nostri è una riccorrenza per non dimenticare MAI ciò che è accaduto nei secoli passati alle donne per non dimenticare i sopprusi che hanno dovuto subire.

Non dimentichiamo mai gli sforzi e i sacrifici che hanno compiuto le donne che prima di noi hanno calcato il suolo di questa terra per poter permettere alla nostra generazione e alle generazioni future di donne di vivere LIBERAMENTE.

                                                            E&E

[fonte: Wikipedia]

lunedì 7 marzo 2011

Silver Moonlight 4°capitolo



La vista che si aveva dal terrazzo era spettacolare, lyla aveva litigato ferocemente con sua zia per avere quella stanza, erano rimaste entrambe colpite dalla foresta che incombeva titanica su quel lato della casa; le cime appuntite degli alberi davano l'impressione di curvarsi verso il basso, come se il gravoso compito di sorreggere il cielo li avesse ingobbiti.
L'effetto finale era quello di trovarsi in un teatro plasmato dalla natura dove lei più volte si era sentita come una spettatrice che dal suo palchetto privato assistesse alle meraviglie che le stagioni le offrivano di vedere.
Ma in quel momento lo spettacolo offerto era degno della più inquietante e spaventosa opera teatrale.
Ora che tutto era buio e la luna si era nascosta coperta dalle nubi; sul piccolo giardino era calato il sipario, i fari puntati sulla scena ricoperta di ghiaccio e neve avevano trovato altri spettacoli da illuminare lasciando una calma fredda sul piccolo anfiteatro.
Sulla terra resa dura dal ghiaccio delle notti canadesi di novembre l'immobilità più assoluta prese a regnare al di sopra di ogni cosa. Un potere oscuro e potente strisciava e si allargava come una macchia di petrolio in mezzo al mare, vischiosa e soffocante, un sentore di morte e vita.
I segni della presenza dei piccoli animaletti che abitavano normalmente il sottobosco, sembravano non essere mai esistiti , gli scoiattoli e i tassi fermi immobili nei loro corpicini pelosi erano troppo spaventati per scappare o forse era il potere stesso a tenerli inchiodati alla terra.
Una figura alta e nera entrò nel piccolo spazio erboso congelato, i sottili fili d'erba scricchiolavano e si spezzavano sotto ai pesanti stivali di pelle nera dello sconosciuto, rimanendo spezzati come soldati caduti in battaglia.
La neve in quel momento riprese a scendere come se il cielo stesse piangendo, come se avesse paura di quello che vedeva accadere sotto i suoi occhi.

venerdì 4 marzo 2011

One book one life change 4°Appuntamento [Eradil]

Buongiorno lettori!
oggi per la rubrica dei libri che hanno un posto speciale nel nostro cuore, voglio presentarvi Resti Mortali.
un libro che mi ha aperto le porte sul mondo dei vampiri, un mio grande amore!
preso per semplice curiosità verso la risvegliante Anita Blake, ho trovato un mondo stupendo fatto di stupende creature immortali.




Laurell K. Hamilton
Anno: 2006
358 pagine rilegato
Casa Editrice: Nord

Trama:
Resuscitare i morti (per un breve periodo) era considerato magia nera. Ma ormai è diventata un'operazione di routine, almeno per Anita Blake: tracciare un cerchio, uccidere una capra o un gallo e... voilà! Il caro estinto può finalmente chiarire a chi intendeva "davvero" lasciare il suo castello oppure testimoniare contro il suo assassino. Ma se il defunto in questione è tale da qualche centinaio di anni, la faccenda si complica. Non basta più un animale; ci vuole un sacrificio umano. E Anita non è disposta a uccidere nessuno, neppure per un milione di dollari. Tanto infatti le è stato offerto e tanto lei ha rifiutato, per la disperazione del suo capo all'Animators' Inc. Faccenda chiusa? Niente affatto.

giovedì 3 marzo 2011

Conversazioni con un imbecille....


Scena: Io seduta al bar dove lavora il mio moroso, a leggere.
Si avvicina uno dei nostri amici mi guarda e chiede: -Che libro leggi?-
Io:- Fairy love di Cyn Balog
Lui lo studia  molto attentamente e poi...: Non è che me lo presteresti cè il tavolo che dondola perchè ha una gamba più corta. ( e qui segue un sorriso da simpaticone credendo di aver fatto una battuta divertente )
-.-'''''''''

mercoledì 2 marzo 2011

Infatuation - Eireen

Infatuation
Cap.2 pt.1

La prima settimana passò piuttosto in fretta. Uscii quasi tutte le sere con Josie e Gale che tutte le volte invitava a sua volta un altro amico in modo che non mi sentissi di troppo. Finalmente era arrivato il sabato. Quella sera avrei cominciato a lavorare all'Arnold e non vedevo l’ora. Ero quasi sempre sola in casa perché la nonna fra il club del libro e i pomeriggi a giocare a bingo non aveva molto tempo per stare con me. Era per questo che odiavo le vacanze estive. La mamma mi mandava qui per farle compagnia, quando di compagnia non ne aveva certo bisogno. Era la persona meno sola al mondo. Delle volte al mattino o al pomeriggio le sue amiche vecchie, rugose e puzzolenti di muffa venivano a trovarla per un the e pasticcini o per leggere insieme il giornale del mattino. Ormai non ci facevo più molto caso all’assenza della nonna ma quando ero più piccola avevo paura di restare a casa da sola. Guardai l’orologio che segnava le 18:00. Cominciai a prepararmi per andare a lavorare.
L'Arnold era a dieci minuti a piedi da casa. Arrivai in perfetto orario.
Come gli anni precedenti fui presentata ai nuovi colleghi e salutai quelli che già conoscevo. Ci mettemmo a lavorare. Ora che ci penso fu proprio quella sera che lo incontrai per la prima volta. Io mi trovavo dietro il bancone e stavo pulendo la macchinetta per fare il caffè. Era presto ancora, quindi c’era poco giro.
-Mi scusi?- disse una voce alle mie spalle.
-Mi voltai e sorrisi al ragazzo che mi ritrovai davanti – Dimmi pure.- era un bel ragazzo alto, molto alto oltre il metro e novanta. Aveva gli occhi molto scuri quasi neri. Poi notai che mi stava fissando e di colpo arrossii… questo sì che era imbarazzante. Lo strano ragazzo si riscosse e mi sorrise.
-Un cappuccino da portare via per favore.- una voce profonda molto bella ma… come dire… era piatta, senza emozioni, inquietante.
Gli preparai il cappuccino in fretta e gli porsi il bicchiere di carta –Fanno tre dollari.- incredibile mi stava fissando di nuovo! E come se avessi detto o fatto qualcosa di divertente scoppiò a ridere. L’avevo descritto strano per caso? Bhè l’avevo sminuito era peggio che strano era schizzato perso!
Gli sorrisi intimorita e lui se ne andò ridendo. “Che se lo ficchi dove non batte il sole il cappuccino, e la sua risata del cavolo!” mi dissi. Bhè il misterioso sconosciuto ce l’aveva fatta, mi aveva rovinato la giornata. Sicuramente sarei rimasta imbronciata tutta la sera. Accidenti.

martedì 1 marzo 2011

Alieno di Thorbjörn Magnusson



La giornata nel passo di Ramek era cominciata in modo splendido: vi era un cielo terso e ed il sole, alto nel cielo, riscaldava le grandi pietre nere che delimitavano il villaggio di Razor's Creek. Tutto era in fermento per la grande festa che sarebbe cominciata di lì a poche ore, la più importante della stagione sia dal punto di vista dell'affluenza sia da quello religioso. Era la festa dedicata alla Dea Ephilian, protettrice delle messi e dei viaggiatori, e da molte città della costa e dell'entroterra sarebbero arrivati viaggiatori e pellegrini per presenziare a tale festa e recarsi al santuario della Dea. La festa iniziò ma, al culmine della processione, qualcosa successe... grida si levarono dalla porta settentrionale del villaggio e la folla si aprì lasciando intravedere un gruppo di strane creature che marciava in direzione del villaggio. I guerrieri del villaggio approntarono la difesa, ma rimasero a bocca aperta ed inorridite nel vedere quelle strane creature, aliene a quel mondo, che avanzavano barcollando su due sole gambe (invece che quattro), con solo due sottili braccia (invece che sei) ed avevano la pelle di un nauseabondo color rosa, erano un abominio...